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OMICIDIO NOTARANGELO A VIESTE BOSS E AFFILIATI VANNO A PROCESSO

Scelgono il processo abbreviato che si celebrerà davanti al gup di Bari in una data ancora da fissare i 5 viestani, tra cui tre pentiti, accusati a vario titolo di omicidio aggravato anche dalla mafiosità, pos­sesso illegale di armi, ricettazione, riciclaggio, droga e favoreggiamento per la morte di Giambattista Nota­rangelo, 46 anni, anche lui viestano.

Fu assassinato con 16 colpi esplosi da 2 pistole e un fucile il pomeriggio del 6 aprile 2018 mentre dava da mangiare ai maiali nelle campagne di Vieste. Agguato firmato dal clan Raduano nella guerra con i rivali Pema/Iannoli, nell’ambito della scia di sangue che a Vieste ha contato tra gennaio 2015 e agosto 2022 ben 19 fatti di sangue con 10 morti, 1 lupara bianca e ima serie di ferimenti e agguati falliti. Imputati i tre pentiti Marco Raduano, 41 anni; Danilo Pietro Della Malva, 38 anni; Orazio Coda, 35 anni; e con loro Michele Notarangelo, 28 anni, detto “Cristoforo”, omonimo della vittima; e Michele Lapacciana, 28 anni.

ARRESTATI A APRILE

I tre collaboratori di Giu­stizia e Michele Notarangelo rispondono di concorso in omicidio aggravato da premeditazione, motivi abietti e mafiosità; armi, ricettazione e riciclaggio della “Jeep Renegade” usata per il delitto. Marginale la posizione di Lapacciana, accusato di favoreggiamento e ricettazione perché avrebbe ricevuto dopo il delitto le armi usate dai presunti killer; e di aver acquistato/detenuto/venduto cocaina comprata da Coda. 15 garganici furono arrestati lo scorso 11 aprile su ordinanze chieste dalla Dda e firmate dal gip di Bari che dispose il carcere per Ra­duano, Notarangelo (già detenuto da 5 anni perché sconta 20 anni) e Lapacciana (ha poi ottenuto i do­miciliari); e i domiciliari per Della Malva e Coda.

KILLER E MANDANTE

 Nella ricostruzione accu­satoria Raduano sarebbe stato il mandante dell’aggua­to, i cui esecutori furono Della Malva, Coda (entrambi hanno confessato), Michele Notarangelo e Antonio Fabbiano; quest’ultimo venne assassinato 20 giorni dopo per vendetta dal clan rivale Pema/Iannoli, la sera del 25 aprile 2018 in un agguato al quale sfuggì Michele No­tarangelo: per l’omicidio Fabbiano lo scorso 28 giugno la corte d’assise di Foggia ha inflitto l’ergastolo a Giovanni Iannoli, al vertice del gruppo Perna/Iannoli. Michele Notarangelo e Lapacciana si dicono innocenti. Raduano reo confesso di una dozzina di omicidi di cui la metà eseguiti, nega però d’aver dato anche l’ordine di as­sassinare Giambattista Notarangelo, ammettendo d’aver fornito ai coimputati la “Jeep” e le armi.

“DOVEVA ESSERE PUNITO”

Giambattista Nota­rangelo crivellato di colpi e lasciato agonizzante morì dopo alcune ore. Secondo la Dda venne eliminato “come risposta alle sue inottemperanze, per cui doveva essere punito e costituire una lezione per chi non riconosceva il predominio del gruppo Raduano; perché attraverso l’efferato delitto gli imputati puntavano ad acquisire sul territorio un incontrastato controllo criminale; e per un atto di ritorsione di Danilo Della Malva, in quanto la vittima aveva contrastato la relazione sentimentale tra lo stesso Della Malva e una donna”, ex moglie di un familiare di Notarangelo.

SCONTI DI PENA –

Il pm della Dda Ettore Cardinali aveva chiesto e ottenuto dal gip di Bari Antonella Cafagna per i 5 imputati il processo immediato che serve a saltare l’udienza preliminare: sarebbe dovuto iniziare il prossimo 25 ottobre in Assise a Foggia. A quel punto i difensori hanno optato per il giudizio abbreviato. Scelta scontata per i tre pentiti (Raduano difeso dall’avv. Rosa Pandalone; Della Malva dall’avv. Valeria Maffei; Coda dall’avv. Marina Zanivan); analoga decisione l’hanno presa gli avv. Salvatore Vescera e Francesco Americo difensori di Michele Notarangelo; e gli avv. Angelo Pio Gaggiano e Raffaele Melfi che assistono Lapacciana. Gli atti processuali verranno quindi trasmessi al gup per fissare l’udienza; è stato possibile per i difensori dei 5 viestani chiedere l’abbreviato perché i fatti risalgono all’aprile 2018, mentre è del 2019 la norma che lo vieta per gli omicidi aggravati che prevedono la pena edittale dell’ergastolo. Il Comune di Vieste indicato tra le parti offese, ha annunciato la costituzione di parte civile.

gazzettacapitanata