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GIUSTIZIA, LE PRESCRIZIONI «ECCELLENTI» NEL FOGGIANO

In media negli ultimi anni il 10% dei processi celebrati a Foggia finisce in prescrizione, e spesso si tratta di casi eclatanti: dalla mafia alla corruzione, dai summit tra boss a tangentopoli (pur se in taluni casi il tempo limite massimo viene decretato in appello o Cassazione).

L’ultimo episodio ha riguardato 24 impiegati del Comune di Foggia accusati di assenteismo, per i quali il giudice monocratico ha dichiarato estinto il reato di truffa per intervenuta prescrizione essendo trascorsi 9 dai fatti (febbraio/aprile 2015), col processo che dopo 7 anni aveva visto l’interrogatorio di soli due testimoni d’accusa. Ecco i casi più clamorosi in cui la Legge non ha fatto in tempo a rendere Giustizia.

Racket pomodoro Nell’agosto ’92 la Capitanata fu messa a ferro e fuoco dal racket del pomodoro, quando le mafie di Foggia, San Severo e Cerignola si allearono per imporre un pizzo ai produttori di mille lire per ogni quintale raccolto, affare potenziale da 14 miliardi: lettere alle associazioni di categoria per invitarle a… assicurarsi; pistolettate contro produttori e camionisti per impedire di ritirare il prodotto; necessità di scortare i Tir con centinaia di pattuglie per consentire che l’oro rosso non marcisse nei campi; una raffica di arresti; il 9 giugno ’93 il rinvio a giudizio di 9 imputati per mafia ed estorsione; il processo a Foggia iniziò il 6 dicembre ’93, si concluse l’8 gennaio 2033 con 4 assoluzioni e 5 condanne; in appello a Bari il 19 giugno 2009 prescritto il reato di mafia contestato a 5 condannati, 1 unica condanna a 4 anni e 6 mesi per tentata estorsione.

Il summit – A luglio 2012 le telecamere della squadra mobile filmarono il summit tra due boss della “Società” che non potevano incontrarsi perché sottoposti alla sorveglianza che vieta frequentazioni tra pregiudicati; a novembre 2012 l’arresto di entrambi; nel 2020 dopo 6 anni di processo la condanna a Foggia a 14 mesi a testa; 2 anni dopo in appello, la prescrizione.

Multe e esami farsa – Stessa sorte per l’inchiesta che inizialmente contava 24 imputati tra vigili urbani, ex assessori, privati cittadini accusati a vario titolo di 41 capi d’imputazione di falso e abuso per la cancellazione di multe per violazioni al codice della strada: estate 2008 richiesta di rinvio a giudizio; 17 luglio 2009 inizio del processo per 18 imputati; dopo 8 anni prescrizione per 16 persone, 2 vigili vi rinunciarono, furono giudicati nel merito e assolti.

Tempi lunghissimi anche per il blitz “walkie talkie” per i presunti esami con… il trucco alla Motorizzazione civile per conseguire la patente: blitz il primo giugno 2010 con 66 ordinanze cautelari (36 arresti, 28 obblighi di dimora, 2 obblighi di firma); 64 richiese di rinvio a giudizio per associazione per delinquere, corruzione, truffa, falso, sostituzione di persona, spaccio: 16 patteggiamenti; 3 assolti e 10 condannati con rito abbreviato; processo per 35 al via il 26 ottobre 2010, prescrizione nel 2020.

Conservatoria Furono 12 gli arresti del 5 aprile ’93 per associazione per delinquere, corruzione e truffa perché alcuni notai, avvocati e loro collaboratori furono sospettati di ottenere in tempo reale le visure richieste in Conservatoria grazie alla presunta complicità di alcuni impiegati; ben 81 imputati complessivi; 4 morirono prima della fine dell’udienza preliminare: 12 prosciolti; 65 rinviati a giudizio; processo iniziato a maggio ’99 concluso il 15 maggio 2002 con 55 assoluzioni e 10 condanne; in appello a Bari a maggio 2004 cadde l’accusa di associazione per delinquere, prescritti i reati di corruzione e truffa per 10 imputati.

Ambiente – La prescrizione ha riguardato anche due famose inchieste per presunti reati ambientali. Il blitz Black river del 4 giugno 2008 con 12 arresti sul presupposto che per costruire la discarica a Deliceto fossero state sversate 500mila tonnellate di rifiuti vicino al torrente Cervaro, trasformando l’area “nella più grande discarica abusiva d’Europa” fu detto in conferenza stampa; 17 richieste di rinvio a giudizio; 4 prosciolti; processo per 13 imputati iniziato a gennaio 2009 concluso a novembre 2015 (nel frattempo un imputato era deceduto) con assoluzione dall’accusa di disastro ambientale; 2 assoluzioni e 10 prescrizioni per traffico di rifiuti e deviazione delle acque del Cervaro.

C’è poi l’inchiesta sulla costruzione del centro commerciale GrandApulia di borgo Incoronata, cui furono apposti i sigilli il 26 novembre 2016, cioè 5 giorni prima dell’inaugurazione. A ottobre 2019 la Procura chiese 16 rinvii a giudizio per 12 reati tra cui avvelenamento delle acque, disastro ambientale, lottizzazione abusiva a fini edificatori-commerciali, truffa da oltre 7 milioni per omesso pagamento dell’ecotassa regionale, una serie di violazioni in materia ambientale: il 9 gennaio 2023 il gup dichiarò prescritti tutti i reati per i 14 imputati “fisici” dell’inchiesta (imprenditori, dirigenti di società, direttori dei lavori, tecnici, impiegati comunali) e rinviò a giudizio 2 società solo in relazione alla presunta truffa.

Tangentopoli La prescrizione ha riguardato anche l’inchiesta “nastri d’oro” che ipotizzava il pagamento di una mazzetta di 5 miliardi a esponenti di 3 partiti per la costruzione dei nastri trasportatori al porto industriale di Manfredonia (mai attivati ed anzi a breve smantellati), appalto da 78 miliardi. Tra il ’92 e il ’94 ci furono 10 arresti per concussione e 5 deputati indagati a piede libero; in 18 furono rinviati a giudizio; processi interminabili, ultima parola della Cassazione il 24 ottobre 2010 e questi esiti finali: 1 patteggiamento, 12 assolti, 5 prescrizioni in relazione alle accuse di concussione (1), corruzione (1), finanziamento illecito ai partiti (per 3 imputati)

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