«La parcellizzazione e il dinamismo dei fenomeni associativi continuano a caratterizzare l’intero scenario mafioso pugliese in cui le diverse costellazioni di clan e di sodalizi, tra loro in altalenanti rapporti di conflittualità ed alleanze, proseguono il loro percorso in ascesa verso l’acquisizione di forme imprenditoriali sempre più complesse e strutturate». È quanto emerge dalla Relazione semestrale della Dia relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso negli ultimi sei mesi del 2022.
«Le organizzazioni criminali della Regione, infatti, benché continuino ad esercitare variegate modalità di controllo militare del territorio – si legge nella Relazione -, sembrerebbero orientarsi verso l’attuazione di un mirato ed evoluto modello di mafia degli affari».
I dati contenuti nelle Relazioni sull’Amministrazione della Giustizia, presentate in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno giudiziario 2023 presso le Corti di Appello di Bari e Lecce, «confermano il trend in crescita delle mafie pugliesi nella tradizionale distinzione tra mafie foggiane, camorra barese e sacra corona unita – continua la Relazione -. Le attività di analisi e di indagine del semestre documentano anche come il polimorfismo mafioso non pregiudichi forme di simbiosi e sinergiche strategie, funzionali al soddisfacimento di comuni interessi illeciti ed altamente remunerativi».
La Relazione sottolinea come «i percorsi di infiltrazione mafiosa nei circuiti economico-imprenditoriali traggono origine dal considerevole afflusso di capitali illeciti derivanti dal traffico, anche internazionale, di stupefacenti e dagli ingenti profitti discendenti dalla recrudescenza del fenomeno estorsivo, attuate con prevaricanti strategie intimidatorie dalle organizzazioni criminali pugliesi ai danni di attività imprenditoriali e commerciali – prosegue la Relazione -. Le accennate interazioni con le mafie storiche interessano, ad esempio, i clan della provincia di Barletta Andria Trani che sembrerebbero interloquire non solo con le realtà criminali del territorio dauno e barese, ma anche con quelle di origine calabrese e campana».
La mafia foggiana, si legge ancora nella Relazione, «starebbe dimostrando un’elevata capacità di penetrazione nel tessuto imprenditoriale e all’interno degli Enti locali come documentato dagli scioglimenti per infiltrazioni mafiose di importanti Consigli comunali tra i quali, più di recente, quello di Foggia. La mafia foggiana protende verso nuovi e più consolidati assetti organizzativi, fondati su modelli criminali condivisi, al fine di acquisire maggiori spazi d’azione e una spiccata duttilità operativa su più fronti: socio-economico, finanziario e politico-amministrativo».