Sono sicuro che c’è un pezzo di paradiso dove si ritrovano le anime inquiete. Dove si può liberamente chiacchiere sulle vite bruciate senza essere giudicati, additati, guardati con distacco. Non è fatto per gente comune, è fatto per coloro che hanno vissuto in fretta, gente rara. Ancor prima della scoperta degli influencer d’oggi, loro sono stati gli influencer d’altri tempi, altre generazioni, spesso accusate di altre passioni, altri sogni, vite spensierate, spericolate, senza regole (le nostre). La maglietta sgualcita e un paio di jeans appesi pericolosamente in vita di James Dean, hanno fatto moda e influencer già negli anni cinquanta, facendo strage di cuori di migliaia di ragazzine e donne mature. Così come le poesie e i testi di Jim Morrison, classe 1943.”Se la mia poesia cerca di arrivare a qualcosa, è liberare la gente dai modi limitati in cui vede e sente”, ci parlano di una generazione ribelle e inquieta. Persino dall’aldilà ha voluto lasciare un tratto distintivo:”…le emozioni mi attraversano crude, fedele ai propri demoni…”. La sua tomba è meta di un continuo pellegrinaggio nel cimitero monumentale di Pere Lachaise, lo stesso di Edith Piaf, Chopin, Oscar Wilde. E’ affollato il paradiso degli inquieti, è un paradiso di vita soprattutto,scrittori, poeti, musicisti, cineasti, pittori di vita nel senso più pieno della parola. Ed oggi ricordiamo un’altra anima inquieta, tanto amato e tanto vicino, Andrea Pazienza e quella magnifica estate del 2008. Sono passati 35 anni, non l’abbiamo dimenticato, non c’è stato nessun vuoto perché di Andrea Pazienza ne abbiamo parlato sempre, come un amico di passeggiata lungo il vialone di Sant’Mnà che porta il suo nome e dove sfrecciava con la sua moto Kawasaki. Il 16 giugno del 1988 da Montepulciano quest’anima inquieta ci salutava per sempre:”mi allontano un po’. L’Amministrazione comunale, guidata da Luigi Damiani, lo ricordò, nell’estate del 2008, con una rassegna dedicata al ventennale della scomparsa. Quella estate, dal 19 luglio al 24 agosto, l’occhio della grande stampa nazionale, dal Corriere della Sera alla Stampa di Torino, dal Messaggero di Roma al Mattino di Napoli, dalla destra del Secolo d’Italia alla sinistra del Manifesto, guardò con stupore questo borgo antico adagiato sul fianco della collina Gargano. Tutto il paese venne coinvolto e il palazzo Della Bella, piazza San Domenico, piazzetta Del Conte, villa Santovito, indossarono il vestito a festa per celebrare quella Estate di Andrea Pazienza e accogliere l’incessante pellegrinaggio dei visitatori. La Repubblica fece persino uno speciale “il Venerdi” a firma di Emilio Marrese che conservo da qualche parte, “il Magazine del Corriere della Sera” a firma di Maria Rosaria Spadaccino, un’intera pagina su l’Unità a firma di Luca Baldazzi, uno speciale del TG1 curato magistralmente da Vincenzo Mollica DO RE CIAK GULP. Anche i quotidiani della provincia di Foggia diedero risalto alla ricorrenza su Andrea Pazienza: un bel servizio della Gazzetta del Mezzogiorno a firma di Enzo Verrengia e un nostro modesto contributo su l’Attacco e il Quotidiano di Foggia. Ora vive in quel paradiso in compagnia degli amici inquieti e, fra i tanti luoghi del paradiso, quello degli inquieti è sicuramente il più interessante.
michele angelicchio