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«NECESSARIE LE DEROGHE PER LE PRATICHE AGRICOLE NELL’AREA PARCO GARGANO»

Potare e arare non è solo una buona pratica agricola che i contadini conoscono bene, in Puglia è obbligatorio per contrastare l’avanzamento della xylella, ormai alle porte di Bari. Una pratica che per molti agricoltori pugliesi si risolve con la raccolta dei residui di potatura e la successiva bruciatura (fatto salvo il periodo estivo), ma che per i proprietari e gestori terrieri ricadenti nel Parco del Gargano diventa un enorme problema. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone con terreni a: Apricena, Cagnano, Carpino, Ischitella, IsoleTremiti, Lesina, Manfredonia, Mattinata, Monte S.Angelo, Peschici, RignanoGarganico, Rodi, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Meandro, Serracapriola, Vico e Vieste. In questi 18 Comuni la bruciatura è vietata e l’unica attività (obbligatoria) consentita è la trinciatura per un divieto previsto da ima legge nazionale e ripresa da una legge regionale(38 del 2016) che vieta questa pratica nelle aree naturali quali i parchi sono. Una normativa che, però, non tiene conto della conformazione montana delle campagne di questi territori che rende impossibile la trinciatura del frascame, e quindi di conseguenza anche la prevenzione e la difesa fitosanitaria.

“Ma tutto questo mette in seria difficoltà tutto il sistema agricolo all’interno del Parco del Gargano poiché impone un metodo di smaltimento dei residui di potatura che è difficilmente o per nulla realizzabile non solo perché i terreni non sono pianeggianti, ma perché è facile trovare subito la roccia dopo un esiguo sfrato di terra. A tutto questo si aggiunge che l’impossibilità di procedere con la trinciatura mettere a serio rischio le piante che sono attaccate da batteri: oltre lo spettro della xylella lo scorso anno l’oasi agrumaria tra i Comuni di Vico, Rodi e Ischitella è stata compromessa ed infestata da aleurocanthus spiniferusdi fitofago. L’Ufficio fitosanitario regionale di Foggia indica chiaramente che una delle soluzioni adottabili per mettere in salvo l’oasi agrumaria è la pratica dell’abbruciamento delle potature e di ogni altro residuo colturale associato agli agrumeti», afferma la senatrice Annamaria Fallucchi (Fdi) che ha presentato una interrogazione ai ministri all’Agricoltura Lollobrigida, all’Ambiente Pichetto Fratin, e alla Salute Schillaci, per sollecitarli a intraprendere iniziative che tutelino l’agricoltura in provincia di Foggia posto che a fronte di particolari conformazioni del terreno, come è quello che ospita gli uliveti nell’area del Parco».

«NECESSARIE LE DEROGHE PER LE PRATICHE AGRICOLE NELL’AREA PARCO GARGANO»

Potare e arare non è solo una buona pratica agricola che i contadini conoscono bene, in Puglia è obbligatorio per contrastare l’avanzamento della xylella, ormai alle porte di Bari. Una pratica che per molti agricoltori pugliesi si risolve con la raccolta dei residui di potatura e la successiva bruciatura (fatto salvo il periodo estivo), ma che per i proprietari e gestori terrieri ricadenti nel Parco del Gargano diventa un enorme problema. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone con terreni a: Apricena, Cagnano, Carpino, Ischitella, IsoleTremiti, Lesina, Manfredonia, Mattinata, Monte S.Angelo, Peschici, RignanoGarganico, Rodi, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Meandro, Serracapriola, Vico e Vieste. In questi 18 Comuni la bruciatura è vietata e l’unica attività (obbligatoria) consentita è la trinciatura per un divieto previsto da ima legge nazionale e ripresa da una legge regionale(38 del 2016) che vieta questa pratica nelle aree naturali quali i parchi sono. Una normativa che, però, non tiene conto della conformazione montana delle campagne di questi territori che rende impossibile la trinciatura del frascame, e quindi di conseguenza anche la prevenzione e la difesa fitosanitaria.

“Ma tutto questo mette in seria difficoltà tutto il sistema agricolo all’interno del Parco del Gargano poiché impone un metodo di smaltimento dei residui di potatura che è difficilmente o per nulla realizzabile non solo perché i terreni non sono pianeggianti, ma perché è facile trovare subito la roccia dopo un esiguo sfrato di terra. A tutto questo si aggiunge che l’impossibilità di procedere con la trinciatura mettere a serio rischio le piante che sono attaccate da batteri: oltre lo spettro della xylella lo scorso anno l’oasi agrumaria tra i Comuni di Vico, Rodi e Ischitella è stata compromessa ed infestata da aleurocanthus spiniferusdi fitofago. L’Ufficio fitosanitario regionale di Foggia indica chiaramente che una delle soluzioni adottabili per mettere in salvo l’oasi agrumaria è la pratica dell’abbruciamento delle potature e di ogni altro residuo colturale associato agli agrumeti», afferma la senatrice Annamaria Fallucchi (Fdi) che ha presentato una interrogazione ai ministri all’Agricoltura Lollobrigida, all’Ambiente Pichetto Fratin, e alla Salute Schillaci, per sollecitarli a intraprendere iniziative che tutelino l’agricoltura in provincia di Foggia posto che a fronte di particolari conformazioni del terreno, come è quello che ospita gli uliveti nell’area del Parco».