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L’inchiesta barese/ Faccia a faccia Laudati-pm. Fuga di notizie, clima teso

Il procuratore parla delle inchieste sulla sanità e del giro di escort. «Su Berlusconi nulla di penalmente rilevante». Primo giorno di la­voro, quello di ieri, del neo procuratore della Repubblica Antonio Laudati. Di buon mat­tino il magistrato era già in gi­ro nel palagiustizia di via Na­zariants per conoscere i suoi nuovi collaboratori. Da mezzo­giorno in poi nei corridoi del quarto piano dove ha sede l’uf­ficio del procuratore è iniziata invece la sfilata dei pubblici ministeri. Che uno ad uno (fat­ta eccezione per gli assenti) hanno incontrato Laudati: im­mancabili il pm Giuseppe Scel­si e la pm Desireè Digeroni­mo, titolari delle due impor­tanti inchieste sulla sanità che negli ultimi mesi hanno crea­to molto scalpore. Il capo del­la procura l’hanno incontrato separatamente. Ma, nel primo giorno di inse­diamento di Laudati, il cli­ma in Procura era piuttosto teso. Piccoli gruppi di per­sone, tra avvo­cati, impiegati delle segrete­ria e forze di polizia parlava­no della fuga di notizie rela­tiva ai verbali di interrogato­rio dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini pubblica­ti il 9 settembre scorso dal Cor­riere della Sera.

Qualche can­celliere parlava dell’amarezza provata il giorno prima duran­te la cerimonia di insediamen­to del nuovo procuratore di Egidio Sarno, presidente della Camera penale che sulla fuga di notizie ha detto: «Il proble­ma della fuga di notizie è inter­no all’ufficio del pm, che inclu­de ovviamente anche la poli­zia giudiziaria che collabora al­le indagini». Complessivamen­te l’atteggiamento dei più in tribunale era distaccato, fred­do e silenzioso. Dal primo al­l’ultimo piano della palazzo di giustizia. Colpa – dicono – del­la fuga di notizie dei giorni scorsi. Alle 14 circa il procuratore Laudati ha incontrato i giorna­listi rispondendo con abilità alle loro domande. Sulla que­stione Berlusconi – escort ha spiegato che «da quello che viene pubblicato sui giornali è di tutta evidenza che il presi­dente del Consiglio Silvio Ber­lusconi, è assolutamente fuori da qualsiasi responsabilità pe­nale ». Il riferimento è alla pub­blicazione dei verbali dell’in­terrogatorio di Tarantini e non alle altre carte dell’inchie­sta che il pm Scelsi ha secreta­to. Ma che a questo punto ­considerando il pensiero del nuovo capo della Procura – po­trebbero non aver più rilevan­za penale. Poi Laudati ha parlato di una «una sovraesposizione mediatica di alcuni colleghi: ciò provoca un danno ai colle­ghi stessi e poi produce incon­venienti nelle relazioni istitu­zionali ». La preoccupazione principale del procuratore sembre essere la mafia puglie­se che – secondo la sua espe­rienza – «è una delle più mo­derne e più organizzate al mondo. Ora cominciano ad ammazzarsi – ha detto – e lo fanno non certo per motivi di onore ma per soldi, perché è evidente che in questo mo­mento esistono sul territorio traffici notevoli sui quali dob­biamo vigilare». Ieri pomerig­gio alle 3 Laudati ha presiedu­to ad una riunione con i magi­strati della Direzione distret­tuale antimafia Nel pomeriggio Laudati (do­po una brevissima pausa pran­zo consumata in ufficio) ha presieduto in procura una riu­nione con i magistrati della Dda per avere – ha detto – «im­mediatamente il massimo del­le informazioni possibili per­ché bisogna studiare subito una strategia investigativa. Credo ci sia una forma di re­crudescenza virulenta dei clan nel barese contro la quale dob­biamo intervenire subito».

Angela Balenzano