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VIESTE/ 70° ANNIVERSARIO DEL PIO TRANSITO DEL SERVO DI DIO DON ANTONIO SPALATRO

VIESTE/ 70° ANNIVERSARIO DEL PIO TRANSITO DEL SERVO DI DIO DON ANTONIO SPALATRO

Domenica 25 agosto si è svolta, sul sagrato della parrocchia SS. Sacramento, una solenne concelebrazione in occasione dei 70 anni dalla morte del Servo di Dio don Antonio Spalatro. La messa é stata presieduta dall’arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Angelo Spina. Hanno concelebrato don Tonino Baldi, padre spirituale dell’Associazione Amici di don Antonio Spalatro e parroco della parrocchia SS. Sacramento, e don Gioacchino Strizzi. Nell’omelia il vescovo, riallacciandosi alle parole del Vangelo, ha posto una domanda ai numerosi fedeli presenti “Tu da che parte vuoi stare, chi vuoi seguire, come vuoi vivere?”, stessa domanda che Gesù fece alla folla che lo seguiva dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Monsignor Spina ha invitato i fedeli a riflettere profondamente sul significato della vita spirituale e sulle scelte fondamentali che ogni cristiano deve compiere. Partendo dal Vangelo, il vescovo ha sottolineato l’importanza di seguire Cristo non per interesse personale, ma con autentica fede e amore. Ha messo in guardia contro i pericoli del narcisismo, dell’individualismo e dell’egoismo, mali che affliggono la società contemporanea, e ha esortato a cercare un “pane” che dia vita eterna, piuttosto che beni materiali fuga ci. Viviamo oggi una cultura dell’apparenza, del materialismo, dell’attaccamento a noi stessi, una società in cui si costruiscono solo connessioni senza più relazioni, in cui non si vuole avere a che fare con gli altri, ha precisato monsignor Spina

Chi sceglie di donarsi agli altri è oggi in controtendenza, e questa è la scelta dei santi, che sono tali proprio perché hanno saputo darsi agli altri seguendo le parole di Gesù, del suo Vangelo. Ma tutti noi possiamo essere santi! Gesù ci lascia liberi di scegliere, ma solo seguendo lui avremo la vita eterna, ha detto il vescovo ricordando la professione di fede di san Pietro chi;, alla domanda provocatoria di Gesù risponde “Signore, da chi andremo? ! Solo tu hai parole di vita eterna.”

Il messaggio centrale dell’omelia di monsignor Spina è un invito a scegliere Cristo come guida, per trovare nella Sua parola la vera vita, un tema che risuona profondamente nella vita esemplare di don Antonio Spalatro.

Al termine della celebrazione monsignor Spina ha tenuto una conversazione sul tema “Don Antonio, il bambino di Dio” ponendo l’accento principalmente sulle virtù del giovane sacerdote viestano, tra cui spiccano la carità e l’umiltà, oltre alla profonda fede e devozione alla Madonna, madre di tutti noi.

Le celebrazioni per ricordare il 70° della morte di don Antonio Spalatro sono proseguite anche martedì 27 agosto, giorno in cui il Servo di Dio ha concluso la sua vita terrena. L’arcivescovo padre Franco Moscone, ha presieduto la messa ed ha motivato il suo arrivo inaspettato dicendo “Non potevo mancare a questa celebrazione proprio nel giorno del 70° anniversario della morte di don Antonio di cui sono molto devoto e di cui ho imparato a conoscere e a far conoscere tutta la vita santa sin da quando sono venuto in mezzo a voi come vostro vescovo”.

Nella sua omelia padre Franco si è soffermato su una frase quasi profetica che don Antonio scrisse nel suo Diario esattamente un anno prima di essere ordinato sacerdote, il 15 agosto 1948: “L’impegno del prete è quello di non essere dimenticato dopo la morte”. Dobbiamo riconoscere – ha detto l’Arcivescovo – che la sua memoria oggi è ancora vivissima in mezzo a noi, nei nostri cuori, nella gente. Il suo ricordo rimane forte e ci attira perché è espressione di santità. Tutto ciò che non è santo passa e si perde. Ciò che è santo resta perché è in Dio e si fa memoria ed esempio di vita”.

Padre Franco ha invitato tutti a continuare a pregare per la glorificazione di don Antonio Spalatro, recitando la preghiera che è possibile trovare anche sul sito donantoniospalatro.it.

È seguita l’adorazione eucaristica durante la quale sono stati letti brani dalle lettere di don Antonio Spalatro.

Per mantenere sempre vivi il ricordo e l’esempio del giovane sacerdote viestano e sostenere la sua causa di beatificazione sono in programma nei prossimi mesi ulteriori iniziative, tra cui la presentazione del libro di racconti sulla vita di don Antonio “I bambini di don Antonio Spalatro” (settembre) e una quattro giorni di celebrazioni e incontri per ricordare i 70 anni dalla sua morte (ottobre). Tutte le manifestazioni sono organizzate in collaborazione con l’Associazione Amici di don Antonio Spalatro.

chiara spalatro

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SANT’ELIA, PATRONO DI PESCHICI, E DON ANTONIO SPALATRO

Durante la festa di Sant’Elia, celebrata con fervore, a Peschici tutto si ferma in un’atmosfera magica e intensa. Don Antonio Spalatro, originario di Vieste, fu ordinato sacerdote il 15 agosto 1949 e il suo apostolato, segnato da un profondo desiderio di santità e dedizione spirituale, è raccontato mirabilmente nel suo diario. Il periodo successivo alla sua ordinazione fu segnato da un forte desiderio di agire e di aiutare i bisognosi, assai numerosi nel contesto di estrema povertà che caratterizzò Vieste e il Gargano nel secondo dopoguerra. Don Antonio sentì un grande zelo nel voler offrire il suo aiuto ai poveri, non solo nel suo paese d’origine, ma anche oltre i suoi confini.

Nel 1950, svolse il suo ministero sacerdotale a Carpino e a Peschici. Il 25 ago sto 1950, don Antonio organizzò una Via Crucis sulla collina di Fioravanti, tra gli operai disoccupati impegnati in lavori temporanei. Questo evento, con una ero ce costruita dagli stessi operai, rimase impresso nella memoria collettiva del paese per oltre sessant’anni, per la forza e la dedizione del giovane sacerdote nel portare conforto e speranza in tempi di gran de difficoltà.

Ogni anno, l’Associazione Amici di don Antonio Spalatro rivive questi momenti con una concelebrazione durante la novena presso la Chiesa madre di Peschici, dedicata a Sant’Elia profeta. La devozione dei peschiciani a Sant’Elia risale al 970 d.C., quando i primi abitanti slavi di Peschici portarono il suo culto dall’Oriente.

La cittadina, fondata dagli Slavi nell’XI secolo, passò attraverso diverse dominazioni, e sotto la minaccia di invasioni. Si tramanda che nel 1597, durante una calamità, gli abitanti invocarono Sant’Elia per liberare la cittadina da una nuvola di cavallette, e miracolosamente, il santo rispose alle loro preghiere, rafforzando la devozione popolare.

Dunque, don Antonio Spalatro ha incarnato lo spirito di Sant’Elia nel suo ministero, dedicandosi ai più bisognosi con amore e determinazione. La sua eredità spirituale continua a rivivere attraverso celebrazioni annuali e l’impegno dell’Associazione ‘Amici di don Antonio Spalatro che mantiene viva la memoria della sua missione anche tra la comunità di Peschici.

tiziana vescera

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