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REPORT ISTAT SULLA CARENZA EDUCATIVA/POVERI RAGAZZI: SETTE SU DIECI NON SONO MAI STATI IN BIBLIOTECA

Il 70% dei giovani non è mai stato in biblioteca, il 40% non ha mai fatto sport, il 17% non è mai andato al cinema o a teatro. I primi problemi? Già all’asilo

Ma come fa un ragazzo a sognare e a costruirsi se nessuno gli insegna la potenza di un libro? O la bellezza di una storia raccontata a teatro e al cinema, o la libertà che nasce studiando? Insomma, se nessuno lo aiuta a scoprire che il mondo non è dentro ma oltre lo schermo del suo telefonino?

La povertà educativa mette in discussione (ancora) il benessere delle nuove generazioni. I numeri lo dicono bene, restituendoci una sensazione tra il fallimento e la voragine sociale: il 70,5% dei bambini e ragazzi tra i 3-19 anni non è mai andato in biblioteca nel 2023 (63,9% nel 2019) e il 39,2% non ha praticato sport nell’anno. Il 16,8% tra i 6 e i 19 anni non ha assistito a spettacoli al cinema, a teatro, non ha mai visitato musei, mostre, siti archeologici, monumenti, mai visto concerti. E no, non si muore a non fare tutte queste cose. Ma di sicuro si perde la capacità di proiettarsi, di aspirare a, di saper riconoscere quel brividino che viene alla solo vigilia di una buona idea.

È quanto emerge dai dati Istat presentati in occasione della XXIV edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, appuntamento di Aiccon, centro studi dell’Università di Bologna. I nuovi dati presentati da Monica Pratesi dell’Università di Pisa, e Direttrice del Dipartimento per la produzione statistica Istat, sono stati la base «per parlare di come affrontare le disuguaglianze economiche e sociali attraverso l’educazione e la difesa della democrazia, promuovendo cambiamenti strutturali per una transizione equa».

La povertà educativa è un fenomeno in Italia in enorme crescita e rappresenta una tra le prime cause sulla quale si costruisce ogni altra forma di disparità sociale. Dai dati emerge che nel 2023 il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha interrotto il percorso formativo con la licenza media e l’8,4% degli studenti del quinto anno della secondaria di II grado hanno un basso livello di competenze in italiano, matematica e inglese.

Ma analizzando anche i numeri relativi alle possibilità di accesso agli asili nidi, emerge come in Italia vi sia un problema di accesso all’educazione proprio a partire dai primissimi anni di vita dei bambini. Nell’anno scolastico 2021-22 i posti nei servizi educativi pubblici e privati per l’infanzia è del 28% sul totale dei bambini di 0-2 anni.

Non si tratta solo di scuola o stimoli culturali. Ma di povertà materiale, che in Italia riguarda il 13,5% dei minori di 16 anni. Nel 2023 i minori a vivere in povertà assoluta sono il 14%: una percentuale che dimostra come siano stati raggiunti livelli di povertà assoluta tra i minori mai toccati dal 2014 (4,6%). Si notano inoltre ampi divari territoriali in tema di povertà assoluta, con un Mezzogiorno d’Italia capofila nel 2022 con il 15,9%, 12,3% nel Nord, 11,5% nel Centro.

«La condizione di fragilità, povertà educativa e materiale pesano in modo significativo sullo sviluppo di bambini e ragazzi e sulla possibilità per loro di costruire il proprio futuro – sottolinea Paolo Venturi, direttore Aiccon – È necessario cambiare le regole del gioco per non lasciare nessuno indietro, poiché condizioni di povertà educativa e materiale rappresentano per bambini e ragazzi uno svantaggio che difficilmente potrà essere colmato negli anni e questo rappresenta un fallimento per la democrazia, che deve essere invece difesa permettendo a tutti di avere accesso alle risorse educative».