E’ iniziato il processo dinanzi al GUP, Dott. Francesco Vittorio Rinaldi, del Tribunale di Bari nei confronti dei 5 viestani, tra cui tre collaboratori di giustizia, accusati a vario titolo di omicidio aggravato anche dalla mafiosità, possesso illegale di armi, ricettazione, riciclaggio, e favoreggiamento per la morte di Giambattista Notarangelo, 46 anni, anche lui viestano.
Imputati i tre pentiti Marco Raduano, anni 41 alias “Pallone”; Danilo Pietro Della Malva, anni 38 alias “Il Meticcio”; Orazio Coda, anni 35 alias “Balboa”; Michele Notarangelo (omonimo della vittima),anni 28 alias “Cristoforo” o”lo Psicopatico”; Michele Lapacciana, anni 28 alias “Il Marinaio”.
Nello specifico Della Malva Danilo Pietro, Coda Orazio e Notarangelo Michele, insieme a Fabbiano Antonio (deceduto), rispondono di concorso in omicidio aggravato da premeditazione, motivi abietti e mafiosità, ricettazione, riciclaggio e danneggiamento seguito da incendio; Raduano Marco di ricettazione delle armi e della “Jeep Renegade” usata per il delitto, mentre il Lapacciana Michele di favoreggiamento avendo occultato le armi usate per l’agguato.
Notarangelo Gianbattista venne assassinato con 16 colpi da arma da fuoco esplosi da 2 pistole e un fucile calibro 12 il pomeriggio del 6 aprile 2018 mentre dava da mangiare ai maiali nelle campagne di Vieste. L’uomo crivellato di colpi venne lasciato agonizzante e morì dopo alcune ore.
Un’esecuzione in piena regola commessa “con metodo mafioso” che si inserisce nella lunga scia di sangue lasciata nella guerra armata del clan Raduano con i rivali Perna /Iannoli che ha contato tra gennaio 2015 e agosto 2022 ben 19 fatti di sangue con 10 morti, 1 lupara bianca e una serie di ferimenti e agguati falliti.
Secondo l’impostazione accusatoria Notarangelo venne eliminato “come atto di ritorsione da parte di Danilo Della Malva, in quanto la vittima aveva contrastato la relazione sentimentale tra lo stesso Della Malva e una donna, ex moglie di un familiare di Notarangelo, per cui in risposta alle sue inottemperanze, doveva essere punito e costituire una lezione per chi non riconosceva il predominio del gruppo Raduano/Della Malva”.
Ad aprile 2024 gli imputati venivano attinti da misura cautelare disposta dal GIP presso il Tribunale di Bari; nello specifico la misura in carcere per Raduano Marco, Notarangelo Michele (già detenuto da 5 anni perché sconta 20 anni) e Lapacciana Michele (poi sostituita con i domiciliari) e i domiciliari per gli altri due collaboratori di giustizia, Della Malva Danilo e Coda Orazio.
A far luce sull’efferato omicidio sono stati gli stessi collaboratori di giustizia Della Malva e Coda che si sono autoaccusati. Ma ne parlò anche il pentito Giovanni Surano detto “Lupin”, riferendo confidenze ricevute da Della Malva, Fabbiano e Notarangelo. Ulteriori dettagli sono emersi anche dalle indicazioni del collaboratore di giustizia Andrea Quitadamo detto “Baffino junior” di Mattinata.
Mentre Raduano Marco (anche lui pentitosi a seguito del suo arresto dopo la latitanza) reo confesso di una dozzina di omicidi di cui la metà eseguiti, nega però d’aver dato anche l’ordine di assassinare Giambattista Notarangelo, ammettendo d’aver fornito ai coimputati la “Jeep” e le armi poi usate da Della Malva, Coda, Notarangelo Michele e Fabbiano per commettere l’omicidio in questione.
Il pm della Dda Ettore Cardinali aveva chiesto e ottenuto dal GIP di Bari Antonella Cafagna per i 5 imputati il processo immediato che sarebbe dovuto iniziare il prossimo 25 ottobre in Assise a Foggia.
A quel punto i difensori hanno optato per il giudizio abbreviato che prevede uno sconto di pena.
Scelta scontata quindi per i tre pentiti (Raduano difeso dall’avv. Rosa Pandalone; Della Malva dall’avv. Valeria Maffei; Coda dall’avv. Marina Zanivan); analoga decisione presa anche dagli avv.ti Salvatore Vescera e Francesco Americo, difensori di Michele Notarangelo, e dall’l’avv. Raffaele Melfi che assiste Lapacciana.
Cosicchè a fronte delle richieste difensive veniva fissata l’udienza del 22 ottobre dinanzi al Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Bari dove si costituivano parte civile l’avv. Angelo Rinaldi nell’interesse dei familiari della vittima, l’avv. Michele Fusillo nell’interesse del Comune di Vieste, l’Avvocatura dello Stato nell’interesse del Ministero della Giustizia ed infine l’associazione FAI antiracket del Comune di Vieste. Prossima udienza prevista per il 29 ottobre.
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