Menu Chiudi

REGIONE PUGLIA, IN CONSIGLIO DIECI (POSSIBILI) ELETTI IN MENO: IL CASO APPRODA IN PARLAMENTO. E SPUNTA IL REBUS DELLA DATA

Il decremento demografico può cambiare il volto del prossimo Consiglio regionale, che dovrà essere rinnovato nel 2025: poiché la popolazione è scesa al di sotto dei 4 milioni, i rappresentanti potrebbero ridursi da 50 a 40.

Quando si vota per le Regionali? E quanti saranno i consiglieri da eleggere? Sono le domande che da settimane risuonano nel mondo politico. Per entrambi i quesiti la risposta frequente è che non si sa. Tuttavia a livello regionale e a livello parlamentare in molti se ne stanno occupando, così da poter fornire risposte più esaudienti al più presto.

La legislatura scade ad ottobre 2025, a cinque anni dall’insediamento del consiglio regionale uscente. Per cui non ci sarebbe alcun dubbio al riguardo: le elezioni devono essere indette perché si voti nell’autunno 2025. Senonché qualche ministro, nelle scorse settimane, ha avanzato informalmente l’ipotesi che si approvasse una norma del parlamento per far slittare il voto delle Regionali alla primavera 2026 e accorparle con le Amministrative del medesimo periodo. Questo per evitare di indurre le Regioni in scadenza (la Puglia tra queste) ad una inconsueta campagna elettorale estiva, come accadde nel 2020. Allora la legislatura, in scadenza in primavera, fu prorogata a causa del covid e si votò a settembre, con conseguente campagna elettorale agostana. Come si capisce, però, l’allungamento della legislatura e lo slittamento furono dovuti ad una situazione eccezionale: la pandemia. Non si vede quale possa essere l’evento straordinario con il quale giustificare l’allungamento di 6-7 mesi della legislatura in corso. Si vedrà se e come il Parlamento vorrà decidere.

L’altro quesito riguarda i consiglieri da eleggere. L’attuale Consiglio della Puglia è composto da 50 elementi (più il governatore), una composizione fissata dalla legge voluta dal governo Monti nel 2011 per contenere i costi delle pubbliche istituzioni. La competenza al riguardo è delle Regioni. Ma il governo si fece ubbidire brandendo una minaccia: tagliare il trasferimento finanziario di varie misure premiali legate ai fondi della sanità. La norma statale fissava delle fasce corrispondenti alla popolazione e ordinava alle Regioni di adeguare i rispettivi Consigli.

Per restringere il caso alla Puglia: stabiliva che i consiglieri fossero «40 per le Regioni con popolazione fino a quattro milioni di abitanti; 50 per le Regioni con popolazione fino a sei milioni di abitanti». Eccetera. Ora siccome la Puglia è scesa nell’ultimo censimento Istat sotto i 4 milioni, i consiglieri dovrebbero diventare 40.

Vi sono varie scuole di pensiero sul tema: tutte osservate con molta attenzione dalla presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone. Una vorrebbe che l’adeguamento voluto dalla norma del governo Monti, peraltro riferita a fondi statali ben individuati, valga solo per il primo adeguamento. Una volta fatta la modifica non si può subire, dice questa scuola di pensiero, un continuo cambiamento, come una fisarmonica, a seconda dell’andamento demografico. Altri avanzano una possibilità: indire le prossime elezioni regionali indicando il numero di 50. E se l’indizione non viene osservata dal governo, ricavarne implicitamente che il numero da considerare è quello indicato (50) e così procedere.

Altri ancora sostengono che la norma Monti vale sempre, salvo che non venga modificata. Ed è quello sul quale è discretamente impegnato in Parlamento il deputato Davide Bellomo, già capogruppo in Consiglio regionale per la Lega. Investito da più parti della questione ne sta discutendo con gli altri gruppi. Bellomo sta ragionando di varie possibilità. Una è che vengano ridisegnate le fasce di popolazione, ora molto larghe. Oggi sono concepite in modo che i consiglieri salgano (o scendano) di 10 unità ogni due milioni di abitanti. Sicché la Puglia, arrivata sotto i 4 milioni di abitanti, con 40 elementi, avrebbe gli stessi eletti di una Regione con due milioni di residenti più uno. In realtà il caso concreto indica che le difficoltà vere riguardino la Toscana e la Puglia. La prima, con 3,6 milioni di abitanti, ha 40 consiglieri. La Puglia, con 3,9 milioni di residenti, dovrebbe averne 40 dalla prossima legislatura. Entrambe sono molto lontane dai due milioni di residenti. In astratto si può pensare che una Regione con due milioni di abitanti più uno avrebbe 40 consiglieri come la Puglia che di residenti ne ha 3,9 milioni. Fasce più ristrette di popolazione (e consiglieri corrispondenti) sarebbero più eque.

corrieredelmezzogiorno