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PD/ Aldo Ragni (Franceschini) contro l’attuale dirigenza del partito: “non c’è confronto”.

“La resa dei conti non aiuta il PD a diventare partito”

 

Che congresso fa dalle parti del Partito democratico? In provincia di Foggia la sfida «Bersani-Franceschini» comincia a diventare qualcosa che va oltre il tradizionale confronto politico, come sottolinea Aldo Ragni, coordinatore provinciale della mozione Franceschini ed ex segretario provinciale organizzativo del partito.
«I risultati congressuali ci stanno premiando. La nostra mozione sfiora il 40% dei consensi. Un dato imprevisto. Però c’è un ma. Il nostro congresso sta diventando brutto, c’è troppa tensione e nervosismo nella controparte», dice Ragni che aggiunge: «La questione è che dobbiamo decidere che congresso fare se vogliamo davvero rimettere in carreggiata il Partito Democratico. Invece il congresso si sta trasformando in un regolamento di conti, il clima si è parecchio incattivito. Dispiace perché non dobbiamo fare la rissa, ma un confronto politico per il futuro del partito che, purtroppo, si sta trasformando in un chi non sta con me è contro di me».
Chi, ad avviso di Ragni, sta trasformando il congresso in un regolamento di conti è l’attuale dirigenza provinciale del partito, a cominciare dal segretario Paolo Campo. Accuse neanche tanto velate.
«Non condivido le cose che fanno Campo e l’on. Bordo, ma questo non significa non avere vincoli di solidarietà all’interno del partito. Dopo il congresso ci sarà il Partito Democratico, ma non posso certo esimermi dal denunciare che noi non denigriamo i nostri avversari politici e che soprattutto abbiamo un approccio politico al congresso. Non facciamo telefonate a questo o quell’amministratore, a questo o quel segretario di sezione, non promettiamo candidature alla Regione. Ne ho contate almeno trenta, e pensare che la lista ha appena nove posti. Ecco, se c’è una cosa che proprio non condivido dell’attuale dirigenza è questo referendum con me o contro di me», afferma Ragni che invita anche la mozione Bersani a confrontarsi sulle questioni politiche: «Noi abbiamo discusso con D’Antoni della situazione economica occupazionale, con Minniti volevamo occuparci dell’emergenza criminalità anche se quell’incontro è slittato, vorremmo confrontarci sull’assenza del partito rispetto all’Amministrazione della Provincia di Foggia che è in una crisi evidente o rispetto ad esempio al Contratto d’area. Il partito ha bisogno di discutere, soprattutto dopo il fallimento della conferenza programmatica che si è trasformata in un rito formale. La verità è che servirebbe la fantasia e non il livore per fare un partito forte».
La prossima settimana farà tappa a Foggia Franceschini che, oltre ad essere candidato alla segreteria, è ancora il segretario nazionale del Partito democratico. Per la «mozione foggiana» si tratta di un significativo riconoscimento. «Certamente, Franceschini doveva fare solo Bari, invece viene anche a Foggia ed è per noi una grande soddisfazione, il segnale più evidente che stiamo lavorando bene. Mi auguro che Franceschini sia accolto come segretario nazionale del Partito democratico», dice ancora Ragni che puntualizza anche la posizione della galassia franceschiniana: «La nostra mozione sostiene Franceschini a livello nazionale e Minervini a livello regionale. Ciascuno poi è libero di fare altre scelte, tutte legittime. La posizione di alcuni consiglieri comunali di Foggia è conosciuta, stanno comunque insieme a noi e non ne farei un dramma se a livello regionale guardano con simpatia ad Emiliano».

Filippo Santigliano