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 SIPONTO/ IL FURTO DELLE PIANTE ALL’OASI “LAGUNA DEL RE”. “ATTO MESCHINO, UN GESTO CHE OFFENDE LA NATURA E LA COMUNITÀ”

Con grande rammarico, il Centro Studi Naturalistici – Pro Natura e i volontari dell’Oasi Laguna del Re denunciano “un atto incivile che colpisce profondamente non solo l’ambiente, ma anche il cuore della comunità locale. Nei giorni scorsi – scrivono in una nota -, diverse piante fiorite sono state sottratte dalle aiuole allestite con cura e dedizione all’ingresso dell’oasi, pensate per accogliere gli insetti impollinatori e i visitatori. Questo gesto non rappresenta soltanto un furto materiale, ma una vera e propria ferita inflitta al patrimonio naturale e collettivo di cui tutti siamo custodi.

Le aiuole erano state progettate e realizzate con l’obiettivo di offrire uno spazio vitale per specie fondamentali come api, farfalle e altri impollinatori, essenziali per l’equilibrio degli ecosistemi. La scelta delle piante, autoctone e adatte a favorire la biodiversità, non rispondeva solo a criteri estetici, ma a una visione ecologica ben precisa: garantire un ambiente ospitale per gli insetti che, ogni giorno, svolgono un ruolo insostituibile nella nostra catena alimentare e nel mantenimento della vita sulla Terra”.

E ancora: “Un crimine contro la bellezza e la natura. Come ricordava Marguerite Yourcenar, ‘Tutta la natura visibile è solo immagine e simbolo’. Le piante rubate non erano semplici ornamenti decorativi, ma simboli di vita e speranza. Erano un invito alla riflessione sul nostro ruolo come custodi di un mondo che non ci appartiene, ma che dobbiamo proteggere e preservare per le generazioni future. Con il loro gesto egoistico, gli autori del furto hanno dimostrato di ignorare l’importanza di questo delicato equilibrio, colpendo al cuore non solo l’oasi, ma l’intera comunità di esseri viventi che dipendono da questi spazi”.

“È importante sottolineare, afferma il Centro Studi Naturalistici, che le piante sottratte non solo erano vitali per gli impollinatori, ma erano state scelte anche per accogliere i visitatori con un’immagine di bellezza e armonia, favorendo la connessione emotiva tra uomo e natura. Un concetto caro a E.O. Wilson, che così scriveva: ‘Anche il più piccolo fiore dimostra la complessità e la bellezza della natura. Ogni pianta, ogni giardino, ogni fiore è un richiamo a preservare e rispettare il mondo naturale’. Le aiuole dell’oasi erano pensate per questo: permettere a ciascun visitatore di fermarsi, respirare e contemplare la meraviglia del mondo naturale, ricordandoci che anche nelle piccole cose risiede una bellezza che va protetta”.

“Un danno ambientale e morale. Il furto delle piante non ha solo un impatto estetico o emozionale: si tratta di un danno reale e tangibile per l’ecosistema dell’oasi. Ogni pianta ha un ruolo specifico all’interno di un sistema ecologico complesso: fornire cibo, riparo e sostegno a una varietà di specie, molte delle quali oggi minacciate dall’azione umana. Le aiuole allestite erano state pensate per favorire questo equilibrio, in un’area già sottoposta a pressioni ambientali dovute ai cambiamenti climatici e all’impatto antropico. L’atto vandalico di rubare le piante compromette il lavoro di mesi di progettazione e manutenzione, ma, soprattutto, riduce le risorse vitali per gli insetti impollinatori, la cui sopravvivenza è legata alla disponibilità di spazi come quello creato all’ingresso dell’oasi”.

“Pertanto, afferma il vicepresidente nazionale della Federazione Pro Natura Vincenzo Rizzi, noi volontari dell’Oasi Laguna del Re lanciamo un appello a coloro che con tanta superficialità si lasciano andare ad atti così meschini. La cura dell’ambiente è un dovere di tutti, e proteggere spazi come questo richiede uno sforzo collettivo. Ogni cittadino è invitato a vigilare e a segnalare eventuali atti di vandalismo o furto, affinché simili episodi non si ripetano. Inoltre, è importante sottolineare che l’oasi non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di rispetto reciproco tra esseri umani e natura. Le piante che vi crescono, gli insetti che vi volano e gli animali che vi abitano formano un unico, grande sistema di cui siamo parte integrante. Continuare a tutelare questo equilibrio è non solo un dovere morale, ma una responsabilità collettiva che dobbiamo onorare ogni giorno”.

“In conclusione. Vi invitiamo a diventare volontari e a impegnarvi a ripristinare le aiuole danneggiate insieme a noi del Centro Studi Naturalistici, perché la cura del bello richiede la collaborazione di tutti per far sì che questo spazio naturale possa continuare a offrire rifugio agli impollinatori e un luogo di contemplazione e benessere per i visitatori. Il furto delle piante è un’offesa alla natura e alla comunità, ma è anche un’occasione per riflettere sull’importanza di proteggere ciò che è prezioso”.