Il 7 dicembre, in un gremitissimo Auditorium Cristanziano Serricchio, è stato presentato il fascicolo “Siponto. Alle origini di Manfredonia. Archeologia globale di una città portuale”, pubblicato sulla prestigiosa rivista Archeologia Viva (Giunti Editore). L’incontro, che ha visto la partecipazione di esperti del settore, ha rappresentato un momento importante per raccontare le ultime scoperte archeologiche emerse durante la recente campagna di scavi.
Ad aprire l’evento è stato il sindaco Domenico La Marca, che ha salutato i presenti sottolineando l’importanza del lavoro svolto dalle Università di Bari e Foggia e dalla Soprintendenza. “Siponto è un patrimonio straordinario,” ha affermato il primo cittadino, “che merita di essere studiato, tutelato e raccontato. Questo lavoro non solo ci restituisce frammenti della nostra storia, ma ci consente di comprendere meglio le radici su cui poggia il nostro presente.”
Francesco Longobardi, Direttore Regionale dei Musei di Puglia, ha espresso parole di grande apprezzamento per il lavoro svolto e ha ribadito l’importanza di questi progetti per il futuro del patrimonio culturale pugliese. “La collaborazione tra istituzioni, università e enti locali è fondamentale per rendere il patrimonio fruibile e comprensibile a tutti. Siponto rappresenta un punto di riferimento unico, capace di raccontare la storia attraverso le sue stratificazioni, e le nuove scoperte sono un tassello importante in questo percorso di valorizzazione.”
I direttori delle ricerche, Giuliano Volpe dell’Università di Bari e Maria Turchiano e Roberto Goffredo dell’Università di Foggia, hanno illustrato i risultati delle ricerche condotte tra settembre e ottobre 2024, svelando un patrimonio di straordinaria rilevanza.
Tra le scoperte più importanti, continua ad affascinare l’anfiteatro romano, testimonianza della grande vitalità di Siponto in epoca imperiale. Durante il suo intervento, il professor Volpe ha sottolineato come l’approccio globale adottato nelle ricerche stia permettendo di rileggere la storia di Siponto in maniera più ampia e dettagliata, ricostruendo non solo il tessuto urbano ma anche le dinamiche economiche, sociali e ambientali che hanno segnato la sua evoluzione nei secoli. Maria Turchiano e Roberto Goffredo, con il supporto di immagini e dati emersi durante gli scavi, hanno descritto dettagliatamente le scoperte più rilevanti.
Oltre all’anfiteatro, hanno evidenziato l’individuazione di un’ampia residenza medievale articolata intorno a una corte con pozzo, nonché un edificio pubblico tardoantico nella zona portuale, realizzato con una pregevole muratura rivestita di intonaco. Un altro ritrovamento significativo è stato quello di un deposito ceramico risalente al XIII-XIV secolo, che ha restituito oggetti in ceramica, vetro e metallo di grande qualità, offrendo un’importante testimonianza della vita quotidiana dell’epoca.
A questa visione si affianca il fondamentale contributo di Ilaria Manzini, direttrice scientifica del progetto PNRR CHANGES, che ha evidenziato l’importanza dei finanziamenti dedicati alla valorizzazione dei paesaggi storici e culturali, consentendo indagini più precise e approfondite.
L’evento ha messo in luce quanto il lavoro scientifico condotto con passione e rigore stia riportando alla luce pagine dimenticate della storia di Siponto. Le nuove scoperte, come l’anello dell’anfiteatro e le strutture medievali, non solo arricchiscono la conoscenza del sito, ma pongono le basi per ulteriori ricerche e progetti di valorizzazione che renderanno questo patrimonio sempre più accessibile e fruibile.
Un appuntamento significativo, dunque, che ha avvicinato i cittadini e il pubblico al valore della ricerca archeologica e al potenziale straordinario di Siponto, una città che continua a raccontare la propria storia attraverso le voci di chi scava e di chi studia.