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REGIONE PUGLIA/ NEL BILANCIO LA NORMA ANTI-DECARO. ALTOLÀ DEL PD: «SI TORNI IN AULA»

Stop al comma anti-Decaro che taglia le gambe alle candidature dei sindaci. Lo ha annunciato ieri il Pd pugliese durante la conferenza stampa indetta dal segretario Domenico De Santis e dal capogruppo Paolo Campo. Il gruppo regionale convocherà a breve un vertice di maggioranza per cancellare il dispositivo proposto dal centrodestra e votato da una maggioranza traversale, compresi i consiglieri Pd, come è costretto ad ammettere Campo.

L’emendamento esige infatti che i sindaci che hanno intenzione di candidarsi alle regionali, debbano dimettersi sei mesi prima della data delle elezioni. Il provvedimento lascerebbe fuori dai giochi personalità come Fiorenza Pascazio, presidente Anci Puglia e sindaca di Bitetto, Stefano Minerva sindaco di Gallipoli e Giovanna Bruno prima cittadina di Andria. «Vogliamo tornare in aula per tornare indietro su questa norma antidemocratica», ha ammonito De Santis. Di più, «una norma che danneggia i consiglieri che l’hanno votata, perché non si può avere paura della competizione elettorale. Non si può vietare per legge a dei sindaci di candidarsi»

Il commento di Decaro

Sul tema è intervenuto anche il diretto interessato, l’eurodeputato Antonio Decaro. «Con un evidente accanimento, invece di agevolare il lavoro dei sindaci, in Italia si continua a legiferare a loro danno. Questa volta tocca a 31 consiglieri regionali pugliesi che hanno votato un emendamento per impedire ai primi cittadini di esercitare un diritto costituzionalmente riconosciuto». Secondo l’ex primo cittadino di Bari «si costringe un sindaco, anche in scadenza di mandato, ad abbandonare la propria comunità sulla base di un’aspirazione ipotetica e lontana nel tempo. Com’è chiaro, non esistono motivazioni giuridiche o di opportunità per un provvedimento del genere se non la volontà di eliminare possibili concorrenti»