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VERSO LE REGIONALI/ A DESTRA IMPAZZA IL TOTONOMI: I GIORNALISTI PORRO E GIORGINO FANNO CONCORRENZA AI POLITICI

Il conduttore del talk Mediaset ha già detto no: «Lusingato, ma non sono interessato». Fratelli d’Italia punta sull’europarlamentare Ventola.

Ogni giorno che passa le regionali pugliesi diventano sempre più una Mission impossible per il centrodestra, in salute a Roma ma in cerca d’identità (e di un suo Tom Cruise) nel Tacco d’Italia, per sfidare il campo progressista che ha già scelto per il dopo Emiliano «Mister 500mila preferenze», ovvero Antonio Decaro come candidato governatore.

Il fronte conservatore, chiusa oggi la partita della Manovra, che ha visto impegnati in prima i leader di Fdi (il sottosegretario Marcello Gemmato per i temi della Sanità), di Fi (il coordinatore Mauro D’Attis, relatore in Commissione Bilancio della Camera), e della Lega (con Roberto Marti attivo al Senato per ottenere il superamento del numero chiuso a Medicina e altri provvedimenti per le infrastrutture del Sud), subito dopo capodanno avvierà una fase più intensa di definizione del programma per le prossime regionali e di consultazione interna per indicare il proprio candidato presidente.

Contro Decaro, dicono negli ambienti del centrodestra, è necessario schierare o un top player o una figura in grado di raccogliere consensi trasversali. Una figura con entrambe queste caratteristiche sembra essere quella del giornalista Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale, indicato da alcuni media nazionali (tra cui Il Foglio) come papabile sfidante dei progressisti. Queste indiscrezioni sono state accolte con prudenza negli studi di Quarta Repubblica, uno dei talk show politici più seguiti in tv. Il percorso professionale di Porro, di origine andriese pur con antiche relazioni nel centrodestra (come ha ricordato Adriana Poli Bortone intervistata dalla fogliante Ginevra Leganza, facendo riferimento all’esperienza di portavoce del ministro Antonio Martino nel governo Berlusconi del 1994), ha però approdi differenti, e conserva come bussola – dicono quelli che vivono ogni giorno gomito a gomito con Porro – il giornalismo e l’approfondimento dei temi di attualità tra carte, libri e televisione, con un profilo distante dall’impegno politico in prima linea. Il diretto interessato non rilascia commenti sull’argomento, e in privato ha ringraziato “lusingato” gli interlocutori che lo chiamano in causa per la Puglia, pur ribadendo ai suoi stretti collaboratori che, intervistando ogni giorno poltici di destra e di sinistra (tra cui anche i dem baresi Michele Emiliano e Antonio Decaro), non ha nessuna intenzione di fare questo passo. E

c’è anche chi racconta che questa ipotesi sia di gradi­mento anche nei piani alti di Palazzo Chigi…

Tra le alternative al vaglio del centrodestra (di cui fanno parte anche il Nuovo partito socialista, Noi moderati, La Puglia Domani, il movimento Regione Salento e Puglia po­polare di Massimo Cassano) ci sono anche alcune opzioni po­litiche: il premier Giorgia Me­loni avrebbe sondato il leader pugliese di Fdi Marcello Gem­mato, che però preferirebbe proseguire l’impegno in pri­ma linea sul fronte Sanità. Da qui il rilancio sul senatore barese Filippo Melchiorre, tra i fondatori del partito meloniano, attivo sia nella Com­missione Antimafia che in quella Finanze. Anche l’area del partito che si riconosce nel leader Raffaele Fitto parteci­perà attivamente alla fase di costruzione della proposta po­litica e della selezione del can­didato: tra i papabili potrebbe esserci anche l’eurodeputato di Canosa, Francesco Ventola, da sempre al fianco del vi­cepresidente della Commissione europea. Forza Italia, con Mauro D’Attis, da tempo ha fatto sapere che ha un proprio nome da portare al tavolo della coalizione: po­trebbe essere il deputato salentino Andrea Caroppo, che ha consensi in tutte le pro­vince, come rilevato nella vit­toriosa competizione delle Eu­ropee del 2019 (fu eletto a Strasburgo con le insegne del­la Lega).

I salviniani? Il deputato Rossano Sasso ha fatto l’iden­tikit di un sindaco amato dal suo territorio, e il pensiero è andato al primo cittadino di Nardo, Pippi Mellone, cresciu­to in Azione Giovani con Gior­gia Meloni e Giovanni Don­zelli, ed ora molto vicino al senatore leghista Roberto

Marti. Il Carroccio però po­trebbe avere anche altre op­zioni.

C’è infine anche da esplo­rare il «modello Nini Distaso», ovvero la scelta di un ac­cademico di rilievo (come il professore barese eletto nel 1995 per la destra tatarelliana), o di un esponente della società civile (il giornalista Rai Francesco Giorgino?) in grado di intercettare consensi oltre gli steccati partitici del centrodestra. Su questo fronte Fratelli d’Italia ha già sondato più nomi, ricevendo attenzio­ne e risposte interlocutorie, come del resto è inevitabile, in una regione che ormai dal 2005 esprime un governo po­liticamente schierato a sini­stra. Un candidato espressio­ne della società civile è anche molto dipendente dal fattore tempo: una sua eventuale di­scesa in campo dovrà avve­nire con un discreto anticipo, al fine di renderlo competitivo di fronte ad un candidato mon­stre come il dem Decaro.

gazzettadelmezzogiorno