Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del Cin, ovvero il Codice Identificativo Nazionale, specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (Scia), sia in vigore da 10 giorni, in Italia un host su cinque non ha adempiuto all’obbligo di legge. I dati del ministero del Turismo (aggiornati al 9 gennaio 2025) evidenziano infatti come delle 575.573 strutture al momento registrate in Italia ne risultano registrate 461.115, ovvero l’80% circa. Il restante 20%, ovvero a oggi ben 114.458 strutture risultano fuorilegge.
I dettagli regionali
Nella lettura dei dati regionali contenuti nel report del Ministero si evidenziano due maglie nere: ovvero l’Umbria e il Friuli che ad oggi sono ferme a quota 58% di location regolari, che tradotto in valore assoluto fa rispettivamente 4.695 e 8.939 unità, ovvero 3 su 5 sono fuorilegge. Sotto la media nazionale anche le Marche, con 9.895 unità registrate (75%), Puglia (37.559 regolari), Abruzzo (8.089 regolari), Liguria (31.252), Calabria (4.900), Lazio (41.138), Piemonte (19.886) che condividono lo status di due strutture su cinque fuorilegge.
Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del Cin, ovvero il Codice Identificativo Nazionale, specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (Scia), sia in vigore da 10 giorni, in Italia un host su cinque non ha adempiuto all’obbligo di legge. I dati del ministero del Turismo (aggiornati al 9 gennaio 2025) evidenziano infatti come delle 575.573 strutture al momento registrate in Italia ne risultano registrate 461.115, ovvero l’80% circa. Il restante 20%, ovvero a oggi ben 114.458 strutture risultano fuorilegge.
I dettagli regionali
Nella lettura dei dati regionali contenuti nel report del Ministero si evidenziano due maglie nere: ovvero l’Umbria e il Friuli che ad oggi sono ferme a quota 58% di location regolari, che tradotto in valore assoluto fa rispettivamente 4.695 e 8.939 unità, ovvero 3 su 5 sono fuorilegge. Sotto la media nazionale anche le Marche, con 9.895 unità registrate (75%), Puglia (37.559 regolari), Abruzzo (8.089 regolari), Liguria (31.252), Calabria (4.900), Lazio (41.138), Piemonte (19.886) che condividono lo status di due strutture su cinque fuorilegge.
Le regioni più virtuose sono invece la Basilicata, con il 94% di strutture regolari (2.337), e la Valle d’Aosta con il 90%, pari a 3.961 unità, che hanno correttamente adempiuto a quanto previsto dal decreto entrato in vigore dal primo gennaio scorso dopo l’iter di approvazione del Governo.
Ma i dati sono sottostimati. Alle strutture note ma non in regola, vanno aggiunte quelle completamente abusive non registrate nei sistemi circa le quali non vi è un dato che non sia una generica stima. Accertamenti sono in corso, come raccontano le cronache locali, in tutta Italia con controlli che toccano grandi città così come piccoli borghi. Per quanti saranno accertati irregolari scattano ora le sanzioni che per un immobile privo del Cin possono arrivare a 8mila euro, mentre la mancata esposizione è sanzionata con una pena pecuniaria che va da 500 a 5mila euro.
L’assenza di estintori e rilevatori obbligatori è sanzionata con una multa che può arrivare fino a 6mila euro per violazione accertata. L’insussistenza dei requisiti di sicurezza obbligatori è poi sanzionata secondo le disposizioni regionali o statali.