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Dopo 2 anni Peschici brucia ancora ma stavolta per i 61 milioni andati in fumo

Riverdiscono le colline e i promontori di Peschici. Sono passati poco più di due anni da quel tragico 24 luglio 2007 che ha segnato indelebilmente la vita di tutti i cittadini, ma già i segni della ripresa sono ben visibili.  E’ iniziato il taglio delle centinaia di ettari di pini bruciati e già si può notare una distesa di piccoli nuovi alberi. All’indomani di quella data si sono susseguiti eventi e manifestazioni organizzate da studenti, popolazione locale e nascenti associazioni culturali. Tra questi, la stesura di un Piano di Protezione Civile voluta fortemente dall’attuale Sindaco Mimmo Vecera e dall’assessore all’ambiente Michelino Vecera, primo passo necessario all’attuazione di tutte le misure preventive e protettive del territorio, cui hanno fatto seguito l’acquisto di 4 mezzi di ogni tipo e allestimento adatti allo spegnimento ed al primo intervento in caso di incendio. Come al solito meglio curare che prevenire.
Oggi e domani, domenica a Peschici la prima ‘Festa dell’albero’, un’iniziativa sociale che culminerà con la donazione di piante per il rinverdimento delle aree adiacenti il Santuario della Madonna di Loreto, a 2 km dal centro abitato. E intanto a Peschici, perla turistica del Gargano, grappoli di case bianche arrampicate su un promontorio chiamata ‘la montagna del sole’, brucia ancora la ferita del mancato risarcimento dell’Unione Europea dopo i roghi devastanti. Il motivo: la richiesta della Regione Puglia non sarebbe stata presentata nei tempi previsti perché nel documento consegnato a Bruxelles si fa riferimento ad altri due incendi precedenti. Il governatore Nichi Vendola, respinge le accuse e sostiene che in ogni caso non c’erano i requisiti per avere accesso ai finanziamenti. Fatto sta che i soldi non sono arrivati. E adesso, mentre i vigili del fuoco e corpo
forestale dello Stato pensano a fronteggiare l’emergenza che dalla Liguria si allunga verso la
Campania, già si pensa a rompere gli indugi e tracciare rapidamente una stima dei danni in modo
da scongiurare una beffa fotocopia di quella che si è consumata in terra di Puglia. E così se ne vanno in fumo anche 61 milioni.