Uno degli argomenti, che i Sindaci della costituenda “Città Metropolitana del Gargano” si troveranno ad affrontare nei prossimi giorni, sarà certamente il rapporto fra la Città Gargano e la presenza, ma soprattutto il ruolo, del Parco Nazionale del Gargano.
Dalla sua nascita nel lontano 1991 non abbiamo argomenti lusinghieri e tangibili da raccontare, ad eccezione di un piano di gestione redatto sotto la presidenza del compianto Matteo Fusilli, nulla di più.
Oggi, dopo l’alternanza di una mangiata di presidenze incolore, ci troviamo in piena polemica con il mondo politico e ambientale che giudica “fallimentare, fermo, isolato” il “governo” del parco. Ma vi è un’altra ragione che accompagna questo giudizio e lo rende ancora più attuale: il Gargano è circondato dal mare e lo stato della costa non gode di buona salute.
L’erosione marina sta fagocitando buona parte degli arenili mettendo a rischio imminente l’economia delle spiagge e delle vacanze a mare. La constatazione, più volte espressa dagli operatori di San Menaio e Calenella, ha uno spessore ineludibile e parte da questa emergenza il dibattito, ancora sonnolento, del ruolo del Parco, dell’area protetta, nella difesa della costa garganica.
Dopo anni di ritardi e di polemiche, sta per scadere il tempo massimo per inserire questa emergenza all’ interno della “Città del Gargano”che comincia solo oggi a prendere forma e a definire, si spera, le prime decisioni operative.
Non si può tutelare e valorizzare la biodiversità, il paesaggio e l’integrità territoriale della costa prescindendo dal mare, così come non si può tutelare e valorizzare la biodiversità e la qualità dell’ambiente marino prescindendo dall’ habitat costiero.
Le aree protette costiere sono luoghi ideali per affrontare e risolvere le emergenze, che tutti sappiamo essere complesse, nella gestione integrata. Dobbiamo convincerci che la nostra economia, i posti di lavoro, lo sviluppo è strettamente legato a quello delle aree protette costiere. Non si può pensare di abbandonare a un destino di degrado le nostre coste, pur avendo altre emergenze ed altre priorità.
Non è più tempo di facili nomine e di presidenze “a la carte”nella quale svolgano ruoli solo declamatori. Lo sviluppo sostenibile del Gargano corre un rischio di disarticolazione e di sgangheratezza, se si continuerà a muoversi in modo non coordinato, magari ponendosi l’uno contro l’altro armati, in un festival del velleitarismo.
Chiunque andrà a sedersi sulla sedia del Parco Nazionale deve tenere ben presenti due obiettivi: concertazione e programmazione. Il Gargano non aspetta più.michele angelicchio