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D’Alema a Vendola «Ora fai le alleanze»

«Non ho mai polemizzato con nessuno, sono stato reso oggetto di polemiche. Non sono un “notabile” del Pd pugliese, sono un parlamentare della Puglia che ha sempre dato al proprio partito, senza mai chiedere nulla in cambio». Il presidente della Fondazione Italianieuropei Massimo D’Alema arriva a Bari a fine campagna elettorale per le primarie per lanciare il candidato segretario Sergio Blasi e replica punto per punto ai veleni delle scorse settimane con Michele Emiliano.

Lui, il segretario regionale uscente, ha seppellito l’ascia quando ha visto che il leader della mozione Bersani non si è candidato a Bari – come da tradizione – ma a Roma per questo passaggio alle urne di domenica. In realtà, chiarisce D’Alema, non c’è un significato politico in questa scelta, semmai il fatto che è iscritto a Roma e che – in un collegio popolare della periferia – gli hanno chiesto di scendere in campo. «Non ho mai chiesto nulla, né chiedo di essere eletto nell’assemblea del Pd. Chiedo solo a tutti di fare un grande sforzo per sgomberare il campo dalle sciocchezze che si sono dette – spiega – e riprendere con forza un cammino».

Il cammino è quello di un partito che sembra in perenne campagna elettorale, anzi, che sembra impiegare più tempo (ormai mesi) per la conta interna sull’elezione del segretario rispetto a quello che riserverà («ormai si tratta di settimane», ammette D’Alema) per la sfida alle Regionali di marzo. «Noi abbiamo bisogno di una leadership forte per riprendere immediatamente il nostro ruolo, la nostra funzione nella società italiana dopo un periodo così lungo, interessante ma prolungato di dibattito interno». Discorso che vale anche per la Puglia: «Emiliano farà l’exploit a Bari, ma Blasi vincerà in tutta la Puglia».

Quanto alle Regionali, a chi chiede senza se e senza ma una ricandidatura del governatore uscente, D’Alema replica senza sconti. «In Puglia, nelle ultime amministrative, abbiamo gettato le basi di un’alleanza forte per il Mezzogiorno che andasse oltre i confini del centrosinistra. Intendiamo rafforzare questa esperienza per le regionali – spiega – ed è tempo di prendere iniziative. In questo percorso io non escludo affatto Vendola, anzi chiedo a lui di avviare il percorso, sapendo che otterrà sostegno da Blasi». Sul percorso, però, c’è una pregiudiziale chiara: «prima viene la scelta programmatica e poi il candidato. Trovo strumentale gettare come tema del congresso Pd quello del candidato. Creare un processo nuovo non significa accantonare Vendola, ma ricercare le convergenze programmatiche che lo consentano e che vanno ben oltre il perimetro dello stesso Pd. I tempi delle candidature sono legati a questo processo politico».

Nessun problema, almeno sulla carta, per l’allargamento all’Idv («siedevo in consiglio dei ministri con Di Pietro, c’è un dialogo antico con lui») e forse all’Udc. Nessun problema anche per i nuovi assetti del Pd: «Sono convinto che il risultato delle primarie confermerà ed estenderà il consenso per Bersani e Blasi, d’altro canto i nostri iscritti non sono dei marziani ma una parte importante dei nostri elettori e costituiscono una percentuale molto alta del corpo elettorale che voterà anche domenica». Qualche problema, invece, potrebbe arrivare dalle inchieste in corso sulla sanità pugliese. «Sarebbe strano se influenzassero scelte politiche come quella di allargare la coalizione, piuttosto riguardano responsabilità personali. Il Procuratore ha indicato tempi stretti per la chiusura delle indagini, resto in fiduciosa attesa».

BEPI MARTELLOTTA