La Puglia trabocca di rifiuti e piange acqua. Due emergenze che rischiano di mandare in tilt le città e l’economia, surriscaldando la politica. I consiglieri regionali di Forza Italia – Paride Mazzotta, Paolo Dell’Erba. Massimiliano Di Cuia, Francesco La Notte e Giuseppe Tupputi – chiedono addirittura la testa di Michele Emiliano e di Serena Triggiani.
Al presidente della Regione contestano il fallimento delle politiche del suo decennio, che hanno portato a «tariffe sempre più alte per i cittadini, discariche sature e nuove da aprire». E alla sua assessora all’Ambiente le dichiarazioni secondo cui «senza la delibera di febbraio (nella quale ha aggiornato il piano dei rifiuti, aumentando in sopralzo le volumetrie degli impianti) avremmo i rifiuti per strada».
Ad attaccare non è soltanto il centrodestra: bordate arrivano anche dal Movimento 5 Stelle e dalla presidente del Consiglio, la dem Loredana Capone, che chiede di «sospendere gli effetti della modifica del piano approvato nel 2021» perché «il Salento ha dato prova di attuazione degli standard» e vanno «evitati i conflitti con le popolazioni». Una presa di posizione in difesa dei comitati contro i sopralzi degli impianti di Deliceto, Ugento e Manduria e contro l’entrata in esercizio del sito di Corigliano d’Otranto, che ha provocato l’irritazione dell’assessora Triggiani.
Ma ha incontrato i favori dei pentastellati: il capogruppo Marco Galante richiama «gli impegni presi nel 2021» sul fatto che «la discarica di Manduria sarebbe stata dismessa una volta esaurita la capacità volumetrica disponibile». Sul fronte dell’emergenza idrica l’allarme lo lancia invece il commissario straordinario nazionale Nicola Dell’Acqua: «La situazione è peggiore dell’anno scorso per i bacini.
Ho una visione pessimistica, la prossima estate sarà particolarmente dura». Il presidente di Legacoop, Carmelo Rollo è preoccupato per l’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo contro le catastrofi entro il 31 marzo «in una Puglia già messa a dura prova dalla crisi idrica che ha dimezzato le rese delle colture, con un danno stimato intorno al miliardo di euro».
E il consigliere regionale Antonio Tutolo (Per) segnala che su 60 milioni di euro calcolati per «dar da bere ai cittadini della Capitanata ce ne sono solo 52. Già oggi chi abita al terzo e quarto piano a Foggia l’acqua già non la vede più se non si sveglia alle cinque, prima del razionamento. E 140mila ettari del comprensorio irriguo non vedranno un goccio d’acqua quest’anno. Abbiamo idea del danno economico?».
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