Il collaboratore di giustizia sarà sentito nel processo al clan Lombardi-Scirpoli-Raduano. Nei verbali le sue prime verità sulla guerra di mafia.
Ok dei giudici per Matteo Pettinicchio, unico pentito del clan dei montanari Li Bergolis-Miucci. Il neo collaboratore di giustizia, 40 anni, storico braccio destro del boss Enzo Miucci “U’ Criatur”, sarà sentito nel processo “Omnia Nostra” al clan Lombardi-Scirpoli-Raduano, acerrimo rivale del gruppo mafioso di Monte Sant’Angelo. Pettinicchio sarà ascoltato per esame e controesame tra fine aprile ed inizio maggio.
Alla sbarra ci sono tutti i capoccia dell’organizzazione criminale attiva a Manfredonia, Macchia, Mattinata e Vieste, compresi i boss Matteo Lombardi, 55 anni detto “A’ Carpnese” e Francesco Scirpoli, 42 anni detto “Il lungo”.
Pettinicchio sarà sentito, verosimilmente, per provare e confermare l’esistenza dei clan del Gargano, i rapporti di forza, le rivalità e i contrasti tra i montanari di cui era membro di spicco e, appunto, i Lombardi-Scirpoli-Raduano. L’obiettivo dei magistrati è infatti quello di dimostrare la presenza dell’associazione a delinquere di stampo mafioso.
Nelle ultime udienze, compresa quella di oggi, sono stati sentiti alcuni testi della difesa. Disagi in Corte d’Assise proprio nella giornata odierna, una perdita di acqua ha costretto giudici e avvocati a trasferirsi in altra aula.
Le prime verità nei verbali
Nei primi verbali di interrogatorio sono già comparse molte dichiarazioni di Pettinicchio relative al clan rivale: “Ricucci (il boss Pasquale ‘Fic secc’ ucciso nel 2019, ndr) l’ha ucciso il mio gruppo. Scirpoli volevamo eliminarlo, è uno che ha commesso diversi omicidi”.
E ancora: “Il nostro gruppo era antagonista al loro con il quale era in atto una guerra sin dal 2009. Sono a conoscenza di tutti i fatti riguardanti questa guerra per aver partecipato direttamente a tutte le varie fasi. Entrambi i gruppi avevano influenza criminale su tutta la provincia di Foggia”.
Su Mattinata: “I più influenti erano Francesco Gentile e Francesco Scirpoli. Gentile (detto “Passaguai”, ndr) è stato ucciso nell’ambito della guerra con il nostro gruppo”.
Poi su Lombardi: “Se fosse stato libero avremmo ucciso prima lui di Ricucci. Era questo l’accordo che avevamo fatto io e Miucci. Si è sempre occupato di droga, rapine ed estorsioni. Operava prevalentemente su Manfredonia, ma aveva legami criminali su tutta la provincia di Foggia. Era conosciuto anche al nord Italia. Su Foggia aveva rapporti con il gruppo dei Moretti e, prima, anche con i Trisciuoglio. Sul territorio era uno dei più temuti anche dalla brava gente”.
Infine su Scirpoli, che consideravano facile da uccidere: “Io e Miucci avevamo parlato di ucciderlo in un bar che si trova in un’area di servizio all’ingresso di Mattinata. Erano elementi abbastanza semplici da ammazzare, vi dico la verità. Questi li ammazzavamo in massimo due giorni. Tant’è che quando abbiamo fatto l’agguato a Gentile, il giorno prima stavano insieme, poi era pieno di gente, sarebbero morti tutti e due insieme”.
A Foggia è in corso il rito ordinario di “Omnia Nostra” a carico di oltre 20 persone, mentre altri imputati tra cui l’ex boss di Vieste, Marco Raduano alias “Pallone” sono già stati condannati in secondo grado col rito abbreviato. In attesa di giudizio, oltre a Lombardi e Scirpoli, spicca Pietro La Torre detto “U’ Muntaner” o “U’ figlie du poliziotti”, 42 anni, considerato dagli inquirenti uno dei membri apicali, compare del defunto Ricucci.
Completano la lista degli imputati Michele Bisceglia, Pasquale Bitondi, Luigi Bottalico detto “Pazziarill”, Alessandro Coccia, Leonardo D’Ercole, Michele D’Ercole, Emanuele Finaldi alias “Martufello”, Vittorio Gentile, Sebastiano Gibilisco, Raffaele Greco, Hechmi Hdiouech, Giuseppe Impagnatiello detto “Spaccatidd”, Pasquale Lebiu, Catello Lista detto “Lino”, Michele Lombardi detto “U’ Cumbarill” (figlio del boss Matteo), Umberto Mucciante, Massimo Perdonò, Bruno Renzulli, Mario Scarabino, Salvatore Talarico e Gaetano Vessio.
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