Scatta l’ironia: « Sono primarie alla Karzai». Ed esplode la grana delle alleanze Tarantino, presidente della commissione: «Nessuna ombra resterà».
Bisognerà attendere fino a domani pomeriggio per conoscere l’ufficialità dei dati venuti fuori dalle primarie del Pd. La Commissione regionale per il congresso è riunita permanentemente da ieri, dopo la contestazione da parte del sindaco di Bari, Michele Emiliano e dell’assessore regionale, Guglielmo Minervini sul numero dei delegati attribuiti al maggior suffragato fra i candidati alla corsa per la segreteria regionale: il sindaco di Melpignano, Sergio Blasi. I componenti la commissione hanno potuto verificare che ancora, ieri, nessun verbale ufficiale era giunto nella sede del partito. Il presidente, Corrado Tarantino, ha spiegato che «nessuna ombra deve gravare sul risultato nel rispetto del popolo delle primarie ». Intanto, sul numero dei delegati diffusi informalmente dalla stessa commissione emergerebbe che quelli da attribuire alla mozione Blasi non dovrebbero superare i 63. Circostanza, questa, che porterebbe al ballottaggio il candidato della mozione Bersani (per avere le certezza della vittoria avrebbe dovuto averne almeno 64) forse il prossimo 4 o 7 novembre, data in cui dovrebbe tenersi l’assemblea regionale. In questo caso, Blasi dovrà cercare un accordo con una o tutte e due le altre mozioni.
«Primarie alla Karzai», scherzavano ieri dal partito, facendo il parallelo con il controverso scrutinio del presidente uscente afghano che nella stessa data dell’assemblea regionale pugliese – il 7 novembre – tornerà a confrontarsi con il suo principale sfidante. Ieri, intanto, Sergio Blasi è partito alla volta di Roma. Ufficialmente «per incontri istituzionali da sindaco», ufficiosamente giurano le gole profonde per incontrare il segretario nazionale, Pierluigi Bersani e fare il punto sulle alleanze. Interpellato il senatore Nicola Latorre in proposito, ha commentato: «Saluterò Blasi, ma io ormai mi occupo solo della Kamciatka». Proprio in tema di alleanze è scoppiata, intanto, la prima grana. Come rilevato da diversi quotidiani, il gruppo legato al parlamentare Beppe Fioroni (che in Puglia fa riferimento al deputato Gero Grassi e all’assessore regionale Fabiano Amati) avrebbe già dato il suo avallo ad appoggiare nei ballottaggi i candidati di Bersani, mettendo a disposizione i propri delegati nelle assemblee. La proposta, però, ha trovato il no deciso sia del candidato Minervini che dello stesso Amati che, ieri, ha avuto un confronto duro con il parlamentare pugliese spiegando che non intende svendere il patrimonio per logiche nazionali. Il messaggio propalato da Grassi: «Dalla leadership alla cogestione » è stato rispedito al mittente. In Puglia, l’area Franceschini vuole capire prima quale sia il programma di Blasi e come intenda governare il partito. E questo, nonostante alcuni delegati di Franceschini alla spicciolata nel Salento sembrino già pronti a correre in soccorso del vincitore. L’accordo nazionale con Franceschini non tiene conto ovviamente della posizione di Emiliano. In Puglia, questa però è una svista di non poco conto: il sindaco di Bari ha un terzo dei voti del popolo delle primarie e a Bari conta il 70%. Circostanze da non sottovalutare in vista delle prossime regionali.
Lorena Saracino