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Con Natale nel cuore

Il nostro Arcivescovo: “Siamo invitati a far festa perché Dio s’è fatto carne: l’Evento non passi invano. Il Natale è stato il «sì » di Dio all’uomo, la risposta al nostro anelito di vita «Sì» alla vita, «sì» all’amore, «sì» alla bellezza, «sì» al «Sì» che, pur in una luce aurorale, già abita in noi.

 

In questi giorni facciamo memoria della nascita del Messia, Gesù di Nazareth, nel quale la nostra fede riconosce il Figlio stesso di Dio fatto uomo. Lo facciamo nella consapevolezza che a Betlemme Dio ha iniziato un’opera inarrestabi1e, incessante, che un giorno avrà uno sviluppo definitivo, una fioritura immarcescibile. La venuta del Signore costituisce la risposta di Dio alle nostre attese, è la risposta ad ogni domanda dell’uomo, ad ogni apertura del suo cuore, ad ogni desiderio che lo fa volgere fuori di sé. E in che cosa consiste questa risposta? Il Signore che viene è innanzitutto un ‘sì’: «In Gesù tutte le promesse di Dio sono divenute sì» (cf 2 Cor 1, 19-20). Il Natale è stato il sì di Dio all’uomo, la risposta al nostro anelito di vita. Sì alla vita, sì all’amore, sì alla bellezza, sì al «sì» che pur in una luce aurorale abita in noi. I «no» che oggi insidiano le nostre vite, le nostre stesse menti, e che si affacciano dentro e fuori di noi come diffidenza, come mancanza di fiducia nel cambiamento, come disperazione, saranno vinti, dovranno arrendersi all’iniziativa invincibile di Dio. Il Signore che viene è la nostra pace. «Pace in terra agli uomini che egli ama!» (Lc 2, 14). Meditando su questo mistero della pace donata da Dio attraverso il dono del Figlio, l’apostolo Paolo dice: «Cristo infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia» (cf Ef 2, 13-14). La risposta di Dio è dunque
un’offerta di pace, la vittoria su ogni inimicizia, il superamento di ogni separazione. Ogni lontananza tra di noi diverrà prossimità, ogni incomprensione sarà vinta da questa’pace, e soprattutto la distanza più grande, quella che come creature umane ci separa da Dio, sarà definitivamente colmata dal suo amore. La nostra vita è come una domanda muta che sale al cielo, e attende una soluzione. Il Natale ci fa per tutti noi. E infine il Signore che viene e la nostra gioia: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia…» (Lc 2, 10). La gioia che il Signore ci porta in dono è, come profetizzato ai pastori, il frutto del superamento del timore. La risposta alle nostre paure sarà la vicinanza di Dio che scioglierà i nostri timori e donerà gioia al nostro cuore. La paura del futuro, la paura dei pericoli, quella del male che può venirci dalle circostanze, forse anche la paura di noi stessi e persino quella di Dio: tutti questi timori si scioglieranno e la gioia sgorgherà nel cuore libera, sicura, forte. Sarà il Signore a rendere possibile questa gioia nuova, e anche questa sarà la sua risposta alla nostra esistenza. Ecco dunque il Natale, il tempo delle risposte divine alle attese dell’uomo: è il tempo del sì, il tempo della pace, il tempo della gioia. In questo Natale noi Possiamo intravedere questo nuovo giorno come già iniziato, e
la memoria di quanto avvenuto a Betlemme rafforzerà la nostra fiducia che dall’amore infinito di Dio nascerà una risposta definitiva alla nostra ricerca. L’aurora di
Betlemme diverrà luce piena, il giorno appena iniziato si trasfigurerà in una luce senza tramonto.

Buon Natale a tutti!
Michele Castoro
Arcivescovo