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LE TRACCE DEI DELITTI ESTIVI (E NON SOLO)

Le mareggiate, poco a poco, ci restituiscono i «nostri» rifiuti.

 

A Lesina Marina, poi, la «vergogna» è maggiore: sul molo troneggia, sotto gli occhi di tutti, una vera e propria «discarica» abusiva di vecchi  congelatori da bar e di  fusti arrugginiti

Chi va al mare d’estate, dovrebbe ritornarci d’inverno.
Sarà occasione e motivo di tristezza.
Sulle spiagge, troverà bottiglie, bicchieri, piatti, lattine, scatolette, vasi, forchette, cucchiai, giocattoli, pneumatici, eccetera.
Una montagna di rifiuti, gli stessi rifiuti che, mesi prima, i bagnanti, con eccessiva disinvoltura, hanno abbandonato alle sorti del mare, ma che dal mare, poco a poco, escono quasi intatti per essere restituiti all’uomo, anche a chi non li ha gettati in acqua.

Un immenso immondezzaio, fatto, per di più, di oggetti non legnosi né vitrei né ferrosi, ma di plastica.
Il mare, con il suo sale e la sua forza impetuosa, riesce a rompere, demolire, sbrecciare, squarciare tutto ciò che è nella natura: ferro, legno, vetro, roccia. Tranne la plastica, che è fuori della natura e delle sue regole.
Il mare non riesce a distruggerla e, quindi, la respinge tale e quale.
E’ vero. Da un po’ di anni, alcuni oggetti sono in plastica biodegradabile. Una plastica particolare che, nel tempo, si distrugge per mezzo della luce solare. Ma, al momento, questo tipo di plastica è poco diffuso. Quella indistruttibile costa meno.
Le mareggiate ci fanno vedere cosa finisce in mare.
Non lamentiamoci, poi, se il pesce che compriamo o che peschiamo non è abbastanza saporito. Chi la fa, la aspetti!
Proviamo a sederci dalla parte del torto, visto che, in questi casi, tutti gli altri posti sono puntualmente occupati.
Immaginiamo che siamo stati noi gli autori di quello scempio.
Come ci sentiamo nel vedere tanta sporcizia? Degli eroi, dei furbi o, piuttosto, degli sciocchi?
A cosa serve l’istruzione? A far sfoggio di pubbliche virtù e a nascondere, con più abilità, i vizi privati?
La civiltà non si misura dalle belle parole, ma dai comportamenti, soprattutto da quelli che assumiamo, quando nessuno ci guarda.
Purtroppo, siamo adusi a fare gran caso a ciò che importa poco, e poco caso a quel che vale molto: la natura. Offenderla è davvero un «peccato»!

Ai «peccati» si aggiungono, poi, i «reati», quelli gravi, ai danni dell’ambiente, lasciati puntualmente impuniti. Recatevi, per esempio, a Lesina Marina: sul molo, di fronte ai piccoli pescherecci, troneggia, sotto gli occhi di tutti, una vera e propria «discarica» abusiva di vecchi congelatori da bar e di fusti arrugginiti, accatastati evidentemente con l’ausilio di mezzi meccanici. Immagini sconcertanti, da brivido. Almeno una dozzina di vecchi congelatori, alcuni dei quali ancora con l’etichetta della “Algida” e della “Sammontana”, i gelati “all’italiana”.

Già, “all’italiana”, come l’inerzia delle nostre Autorità, che, a volte, non si accorgono di questi scempi ambientali. Sarebbe interessante sapere quanto tempo ci vorrà per la «messa in sicurezza» dell’area in questione (che oggettivamente costituisce un pericolo reale soprattutto per i bambini che vi giocano in prossimità) e per la sua «bonifica».
Come “Striscia la Notizia”, saremo molto vigili e ritorneremo presto sul «molo della vergogna»!
La speranza – come si suol dire – è sempre l’ultima a morire.

Alfonso Masselli