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Regione, sbarramento al 4%: tutto rinviato dopo 2 giorni di Consiglio

Lunedì riunione dei capigruppo con Pepe per decidere che fare.

 

Martedì 390 minuti, ieri altri 120. Totale: 8 ore e mezza di parole, per niente. L’intesa politica sulla legge elettorale che mancava prima di cominciare la due giorni di Consiglio regionale, non è stata trovata nemmeno in aula. Anzi sono emerse non poche tensioni all’interno della maggioranza: il Pd non vuole eliminare lo sbarramento ma si dice disponibile ad abbassarlo o rinviarlo al 2015.

I partitini chiedono una discussione a oltranza nella speranza di poter approvare qualche articolo che accorci il quorum del 4% che rischia di cancellare non poche poltrone. Se non bastavano le primarie e i due mesi e mezzo di fibrillazioni interne al centrosinistra per frammentarlo, ci si è messo anche il Consiglio regionale.

Il Pdl, per spianarsi la strada e cioè garantirsi che il centrosinistra “a colpi di maggioranza” non cambi le regole che entrano in vigore tra 8 settimane, ha presentato oltre 3mila emendamenti e, se non bastassero, il capogruppo Palese ha annunciato ulteriori 2mila subemendamenti: “Non ve la faremo fare.

Non scaricate sull’Ufficio di presidenza le vostre divergenze politiche. Non lottate per il bene della Puglia ma per la vostra sopravvivenza”. Inutile a trovare un’intesa sulla mozione presentata da Introna (come consigliere dei Socialisti e non come governo), svolgimento a oltranza dei lavori consiliari per l’approvazione delle modifiche alla legge elettorale, anche la sospensione chiesta dal centrosinistra per una discussione a porte chiuse.

E’ stata animata come la conferenza dei capigruppo che ha preceduto la riunione dell’assemblea, ma inconcludente. Alla fine il presidente Pepe, ha convocato una nuova riunione dei capigruppo lunedì alle 12. Ogni rinvio, reso comunque necessario per l’eventuale fotocopiatura degli emendamenti (3mila per 70!), così come la convocazione del Consiglio (si parlava di 25 e 26), rischia però di accavallarsi agli ormai imminenti appuntamenti politici.

Lunedì il Pd è impegnato con i risultati delle primarie, martedì e mercoledì i consiglieri del Pdl sono convocati a Roma da Berlusconi. Prima ancora delle scadenze elettorali pesa però il termine della legislatura: da oggi mancano appena 17 giorni allo scioglimento del Consiglio pugliese. Materialmente non ci sarebbe nemmeno il tempo per istruire una discussione in aula sugli emendamenti né per rinviare il provvedimento o in settima commissione Affari istituzionali o in commissione paritetica, così come suggerito dal presidente del Consiglio Pepe al rientro in aula dopo quasi due ore di sospensione della seduta.

Il rinvio in 7° avrebbe potuto “congelare” l’argomento lasciando all’aula la possibilità di continuare a lavorare su altri provvedimenti, come le quote rosa su cui c’è convergenza di massima. Sul tavolo c’è poi l’approvazione dell’Omnibus, il provvedimento in materia sanitaria e non solo approvato dalla Giunta (sarà discusso oggi in 3° commissione) che dovrebbe avere il via libera del Consiglio entro la fine della legislatura, come la riforma dei Consorzi di bonifica appena varata dalla giunta.