Menu Chiudi

Denaro sporco riciclato in case di cura pugliesi

Alcune case di cura pugliesi potrebbero essere state in parte realizzate con danaro riciclato proveniente da reati compiuti da amministratori di società (ammanchi o appropriazioni indebite) o dalla bancarotta fraudolenta di alcune aziende.  Lo ipotizza la procura di Bari nell’ambito di una più ampia indagine sull’accreditamento di alcune Residenze sanitarie assistite (Rsa) da parte della Regione Puglia. L’inchiesta, coordinata dai pm Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro, è finora a carico di dirigenti e funzionari dell’assessorato regionale alla sanità e di imprenditori nei confronti dei quali si ipotizzano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e all’abuso d’ufficio. Il reato corruttivo farebbe riferimento a regali (borse e orologi ‘griffati’) che avrebbero ricevuto dipendenti regionali in cambio di dichiarazioni false, utili a far accreditare le Rsa che non erano in possesso dei presupposti previsti dalla legge, entro i termini imposti dalla normativa regionale. Le Rsa sono case di cura private create per ospitare anziani non autosufficienti, dove è fornita l’assistenza medica 24 ore su 24 da personale addetto.

La stessa indagine vuole accertare sevi siano soci occulti, e se questi soci siano uomini politici, nelle cinque Residenze sanitarie assistite sulle quali ruotano gli accertamenti in corso. Tutte e cinque le Rsa, in forza di una delibera di giunta ritenuta illegittima dagli inquirenti, sono state accreditate dalla Regione Puglia. Proprio in virtù della spinta dei politici interessati – è il sospetto dell’accusa – i dirigenti dell’assessorato avrebbero fatto in modo che la giunta regionale approvasse la delibera che prorogava di un anno (dal 31 dicembre 2007 al 31 dicembre 2008) il termine ultimo per gli accreditamenti delle Residenze sanitarie assistite. Infatti, entro la fine del 2008 sarebbero state accreditate le cinque Rsa. Uno di queste – risulta dalle intercettazioni – ha sede a San Giovanni Rotondo (Foggia) e sarebbe riconducibile al genero di un dirigente regionale dell’assessorato alla sanità. Per capire se dietro le Rsa ci siano soci occulti, i pm Rossi e Nicastro hanno anche acquisito le visure presso le Camere di Commercio e altri documenti relativi agli assetti societari.