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Le regole saltate alla Comunità Montana del Gargano

Cusenza e Galli fanno i cacchi propri. Forzata la porta della stanza di Pinto

Il commissario liquidatore della Comunità Montana del Gargano, Gaetano Cusenza, il quale ha usufruito, come è noto, dell’azione amicale e correntizia dell’ex assessore regionale alla Trasparenza Guglielmo Minervini, che lo ha destinato all’ente con una nomina politica, dovrebbe essere al di sopra delle parti. Eppure a poco più di due settimane dal suo insediamento prosegue a mantenere atteggiamenti a dir poco ambigui.

Tutta la documentazione dell’ex presidente Nicola Pinto continua a giacere incustodita nella sede di Monte Sant’Angelo. Ma c’è di più. Il domicilio istituzionale dell’amministratore garganico è stato forzato: il Commissario liquidatore insieme al riammesso e reintegrato segretario generale Ugo Galli ha aperto con forza la porta della stanza di Pinto. Quest’ultimo ha manifestato alcune perplessità al giornale l’Attacco: “Perché il commissario non ha deciso di ispezionare la stanza in mia presenza? Dove sono finiti gli atti che implicano una mia responsabilità? Se ispezione vi è stata, perché gli atti non sono stati protocollati?”. Nella Comunità Montana, insomma, continuano ad imperversare situazioni lontane dallo stato di diritto.
La nomina politica di Cusenza, stratagemma e “contentino” per alleviare il malcontento del
piddino per la mancata candidatura alle amministrative regionali, arriva dopo una serie di nomine assai più autorevoli: come mai, si chiedono a Monte Sant’Angelo, dai commissari prefettizi si è giunti ad indicare politici di professione, senza alcuna esperienza in materia di liquidazione, la cui unica competenza è il “possedimento” di una fitta rete di amicizie e di rapporti qualificati? Non a caso il primo atto di Cusenza è stato il reintegro di Ugo Galli, il segretario generale che era stato allontanato da Pinto a causa della sua riottosità nel fornire la documentazione relativa alle sue trasferte truffaldine a Giulianova. A sole tre ore dal suo insediamento, Cusenza aveva già pronto l’atto che consentiva a Galli di ritornare al suo posto. La documentazione richiesta non solo è sprovvista della liquidazione, ma in più oggi rimane in possesso del liquidatore che non l’ha restituita al legittimo proprietario, Pinto, al quale è stato negato l’accesso nella sua stanza. Insomma, il comportamento di Cusenza appare schizofrenico e interessato a proteggere amici e oggetti a lui vicini. Se da un lato, infatti, ha riabilitato Galli e Littoriano, dall’altro ha permesso che due aziende di portierato, rispettivamente Centro Servizi di Sicurezza Globale e Cooperativa Vigilanza Urbana, continuassero a svolgere il loro lavoro, senza che venisse predisposto un bando di gara. Liquidazioni anticipate e spregi delle regole, questo è la Comunità montana di Cusenza e
Galli, il quale gode di un patronage ingente e trasversale a livello politico. A nulla vale constatare la discrepanza tra la testimonianza deposta da Galli, nella quale asseriva di esser stato con
la macchina montana, la famosa AudiA4, una sola volta in Abruzzo e la documentazione e le comunicazioni fatte all’Ente, che invece provano almeno 7 suoi viaggi di piacere e di extralusso a
spese della. Comunità europea. Ma tutto questo a Cusenza, forse poco cale. D’altronde, sembra lontano dall’aver compreso i propri compiti istituzionali. Come si legge nel regolamento regionale del 15:” Il commissario liquidatore esercita, con propri decreti, ogni potere di governo finalizzato alla liquidazione della soppressa Comunità Montana ed al conseguente trasferimento delle funzione delle risorse umane, strumentale finanziarie correlate agli enti destinatari, adottando gli atti amministrativi necessari al fine di garantire, senza interruzioni l’ordinario funzionamento della stessa fino alla definizione della procedura della liquidazione. Il commissario
provvede con urgenza all’approvazione del Bilancio consuntivo” E non al reintegro di funzionari e all’annullamento di atti approvati dal Tar. “ Il commissario liquidatore, entro sessanta
giorni dall’avvenuto insediamento, sentiti i Comuni, appartenenti alla Comunità montane soppresse e le relative province – si legge – predispone il piano, che individua distintamente lo stato patrimoniale, il personale dipendente a tempo indeterminato della comunità montana soppressa, appartenente alla dirigenza e alle categorie del comparto regioni e autonomie locali, i rapporti di lavoro a tempo determinato, gli altri contratti di lavoro e di collaborazione coordinata e continuativa nonchè le altre forme di prestazioni lavorative quali quelle dei lavoratori socialmente utili, lo stato del contenzioso eventualmente in corso nel quale sia coinvolta la comunità montana soppressa, le funzioni esercitate dall’ente, le attività e le passività derivanti da detto esercizio, i beni e le risorse strumentali necessarie per il loro svolgimento ed ogni altro elemento utile alla successione nello stesso da parte degli enti destinatari”. Nulla, dunque, che faccia pensare a favori nei confronti di società collegate o a dispetti e ostracismi verso gli ex amministratori.

Antonella Soccio
L’Attacco