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Le asportano un seno ma il tumore non c’era. Una “viestana” chiede i danni in tv

Una scena da

Ha deciso di raccontare la sua storia davanti alle telecamere di «Mi manda Raitre», Maria Antonietta Maturo. La 47enne di Biandronno ha avviato una causa, in sede civile e penale, contro l’ospedale di Saronno e la clinica Melloni, dell’azienda del Fatebenefratelli di Milano, per aver subito l’asportazione del seno sinistro, quando invece non sarebbe stato necessario.

Una scena da Nella primavera del 2007 la donna, originaria di Foggia, aveva sentito un nodulo nel seno sinistro: aveva iniziato un iter diagnositico che l’aveva portata ad eseguire, a Saronno, una mammografia e un esame citologico. I due esami avevano dato esiti discordanti: dalla mammografia emergeva un dato rassicurante, mentre il test aveva dato il peggior risultato possibile: un cancro da operare urgentemente. A suscitare la perplessità della donna, oltre alla discrepanza tra le due diagnosi, anche il fatto che sul referto dell’esame citologico eseguito a Saronno fosse indicato seno destro invece che seno sinistro. Divergenze che la donna aveva fatto notare anche agli esperti del Melloni che l’avevano visitata, ma a cui nessuno ha evidentemente mai dato peso.

Come consigliatole dai medici milanesi, la donna si era sottoposta alla rimozione del seno sinistro, ma quando il tessuto asportato era stato analizzato si era scoperto che non c’era nessun tumore. «Ero pronta a sottopormi alla chemio o alla radioterapia, a combattere una battaglia ma quando ho scoperto che in realtà non avevo nulla, sono crollata».

«Ero una persona sana – ha ripreso la donna – con una vita normale: ora perso tutto e mi sono ridotta ad elemosinare». Già perché in seguito all’operazione la 47enne ha riportato un’invalidità del 50%. Non riesce più a sollevare le braccia, e ciò le impedisce di svolgere anche il suo lavoro di assistente sanitaria in strutture assistenziali. Ora abita a Biandronno e vive della generosità dei propri vicini: «Questa vicenda mi ha tolto tutto, dalla mia vita alla mia dignità: io voglio giustizia, chiarezza e delle scuse che nessuna delle due strutture mi hanno mai espresso».

Venerdì sera in studio per rispondere alle domande della paziente c’erano Paolo Vinci legale del Fatebenefratelli, e Pietro Zoia, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio. «Esprimo tutta la mia solidarietà umana alla signora – ha detto Zoia in trasmissione – è in atto un’indagine della magistratura e saranno chiarite le responsabilità. All’ospedale di Saronno sono state richieste soltanto due prestazioni ambulatoriali, che peraltro hanno dato esito diametralmente opposto.

In particolare, l’esame mammografico indicava chiaramente la necessità di un ulteriore approfondimento diagnostico». Nella mattinata di ieri l’ospedale ha diffuso una nota in cui chiarisce: «Quando esiste una discrepanza fra gli esiti delle indagini diagnostiche senologiche si propongono ulteriori accertamenti che prevedono la ripetizione dell’agoaspirato, indagini maggiormente invasive quali la biopsia e la biopsia chirurgica escissionale a scopo diagnostico».