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La Puglia dal 5° al 2° posto (dopo la Lombardia) per le morti sul lavoro

La Puglia è seconda solo alla Lombardia per i decessi nei luoghi di lavoro. Un dato ancor più raccapricciante se si considera che, nello stesso periodo dello scorso anno, la nostra regione era quinta. Su 107 morti bianche registrate in Italia, l’11% sono avvenute in Puglia.  L’ultima solo pochi giorni fa a Giovinazzo (Ba). Vittima: l’agricoltore 49enne Giuseppe Loiacono, schiacciato da un trattore (come accade, in Italia, ad uno su tre che muore in campagna). Nella nostra regione gli operai continuano a morire. Troppo. E in particolare nel settore agricolo (cosi come in Italia: 29%) e edile (21,5%). Seguono i decessi nel settore dei trasporti, magazzinaggio, commercio e artigianato. La guerra quotidiana che si combatte ‘arnese alla mano’ ha raggiunto, in Puglia, già 69 vittime nei soli primi 3 mesi di questo anno. I dati raccolti dall’Osservatorio sulla Sicurezza di ‘Vega Engineering’ lasciano poco all’immaginazione: bisogna usare ogni mezzo a disposizione per evitare che si continui a morire per il lavoro. La macabra classifica non tiene conto degli infortuni che, ancora più costantemente, si verificano nella nostra regione, sui cantieri o nei campi. Tra questi tre lo scorso 30 marzo all’Ilva di Taranto: due operai e un capoturno sono rimasti feriti (uno gravemente) a causa di un incidente nel reparto Fortinura Natri 2. Lo stesso giorno un altro operaio è morto a Manduria (Ta) in una cava, in zona Borraco. Campi, cantieri, impalcature: da fonte di sovvenzionamento, a ingiusta causa di decesso. Assieme alla Puglia, la Lombardia (18,7%) e la Sicilia (11,2%) sono tra le regioni in cui si muore maggiormente sul posto di lavoro. Si cade da un’impalcatura come soldati colpiti dai ‘proiettili fatali’: un casco non indossato, una cinghia non agganciata, o strutture traballanti da cui è più facile cascare che salire. Tra le cause di morte più frequenti, infatti, c’è la caduta dall’alto. Seguono le morti dovute al ribaltamento di mezzi o veicoli in movimento (16,8%), quelle per la caduta dall’alto di materiali (12,1%), per gli investimenti di mezzi semoventi (12,1%), e contatto con mezzi o oggetti in movimento (11,2%). Sul 3,7% si registrano morti per contatto elettrico, soffocamento e intossicazione da gas. Il 2,8% per annegamento. L’1,9%, infine, per avviamento improvviso di un veicolo e di una macchina, incendi o esplosioni. Secondo l’Osservatorio sulla Sicurezza di ‘Vega Engineering’ si muore ancora tanto sul posto di lavoro. Così come è accaduto nello scorso mese in Lazio e in Campania. Rispettivamente hanno registrato un +3,2% e un +2,7% rispetto allo scorso febbraio.