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SULLE ALI DELLA MUSICA

 

Per Platone «la musica è una legge morale, essa da un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza,un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose […] Essa è l’essenza di tutte le cose, essa è l’essenza dell’ordine ed eleva ciò che è buono,di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna».

E se la musica ha un’espressione che l’uomo può cogliere solo se legge al di là della propria superficialità allora possiamo garantire che l’associazione musicale «Diapason» nel corso degli scorsi ha comunicato attraverso le note di un pianoforte, di flauto, di una chitarra e di tante piccole voci angeliche, un universo musicale che lo stesso Pistarà Antonio ha definito come «uno dei più nobili gesti d’amore di cui l’uomo può rendersi responsabile con i suoi simili».

Questa associazione musicale è nata a Vieste nel 1997 con Maria Candelma nella convinzione che la musica è la più grande portatrice di emozioni e sensazioni che esista. Ha la capacità di far sognare un singolo individuo o di radunare migliaia di persone, ma soprattutto di riuscire a catturare e poi riproporre con un’armonia o con una parola le nostre forze, le nostre debolezze ed i nostri sentimenti.

 

Questo continuo viaggio musicale è ripartito lo scorso 18 giugno all’auditorium San Giovanni con una manifestazione che con il titolo «Dal classicismo… al Novecento» ha abbracciato diverse classi musicali.
— Classe di pianoforte con Francesca Quagliarella, Flavio Nobiletti, Rebecca Caposiena, Lorenzo Azzarone, Cristina Ragni, Chiara Alita, Vincenza Dimauro, Sirsi Matteo, Francesca Rosa, Matteo Santoro, Danilo Scano ed Ersilia Caloku che si sono cimentati egregiamente in pezzi che vanno dalla «Marcia di topolino» a Paganini con «La Campanella»;
— classe di chitarra con Lorusso Clizia, Ilaria De Michele, Miriam Munno, Andrea Del Zompo e Ilaria De Micheli che hanno suonato con tanta sicurezza ed entusiasmo;
— classe di fiati con Michela Montecalvo (flauto), Vincenza Dimauro (pianoforte), Maria Teresa Dimauro (flauto), Ersilia Caloku (pianofortef), Simona Ascoli (flauto), Danilo Scano (pianoforte), Paola Rinaldi (oboe) ed alla batteria Antonio Coco che hanno suonato pezzi indimenticabili come la «Sonata» di Handel;
— percussioni con Antonio Coco e Ilaria De Michele che hanno fatto percorrere la strada del ritmo e del divertimento;
— coro voci bianche con tutti i bambini di età compresa tra i 5 e 13 anni che hanno cantato con bravura tre canzoni dello «Zecchino d’oro». A tal proposito non possiamo dimenticare due bambini, Rebecca Caposiena e Digiorgio Antoniom che hanno superato le prime selezioni a Bari per partecipare allo Zecchino d’Oro ed a settembre aspettano di poter accedere alla finale.
La musica, come ogni altro linguaggio del cuore, non osserva nessuna regola, se non quella di seguire il battito delle proprie emozioni ed è proprio questo quello che si è continuato a trasmettere sabato 19 giugno nell’anfiteatro del complesso dell’Adriatico attraverso i ragazzi della «School of Rock Jam Project» che, accompagnati dal loro maestro Leo Soldano, hanno reso davvero piacevole la serata tra suoni e sorrisi.

Il primo gruppo «Power Trio Lab» con Graziano Kholstetter alla chitarra (uno tra i migliori elementi del maestro Leo Soldano), Gaetano Iervolino al basso e Danilo Nobiletti alla batteria (maestro Pasquale Arena) hanno presentato dei pezzi di Stevie Ray Vaughan («Lenny») e Freddy King («Hide Away») durante la prima uscita e successivamente «Sunshine of your Love» e «Cantalupe Island».
Nell’insieme i ragazzi hanno mostrato grande sicurezza e nonostante l’emozione hanno trasmesso una grande passione che si notava nella facile gestione del proprio strumento musicale.
A seguire si sono esibiti i «Blues Fusion Lab» con  Tiziano Caizzi (studia chitarra da due anni con Leo Soldano ed è tra i migliori elementi, fa disperare la sua famiglia e la sua ragazza perchè non fa altro che passare le giornate, ed a volte le nottate, con il legno a sei corde), Marco Troiano anche lui con la chitarra (tra i migliori elementi ed ex rubacuori ma, come sostiene il suo maestro, da quando si è fidanzato è più serio di un impiegato del catasto), Giuseppe Solitro sempre chitarra, Gaetano Iervolino con il basso e per finire Antonio Fusco con la batteria, che nella prima uscita hanno suonato «Roxanne» (Police), «My Sharona» (The Knack) e nella seconda «Sultain of Swing» (Dire Straits) e «Medley» (Bob Marley). I ragazzi sono stati straordinari nel presentare una grande armonia di gruppo. Non possiamo, inoltre, tralasciare l’assolo di Tiziano Caizzi che ha spiccato sul sottofondo orchestrale lasciando gli spettatori davvero «senza fiato».
Successivamente hanno suonato i «Children in Rock Lab» con Domenico Lucatelli alla batteria (maestro Pasquale Arena), Gaetano Iervolino al basso, Alessio Nobiletti alla chitarra e Rebecca Caposiena alla voce (maestra Maria Candelma) che hanno cantato e suonato «Sweet Home Halabama» (Lynerd Skynerd). La bella voce di Rebecca ha sicuramente emozionato il pubblico ed ha fatto riflettere su quanto a volte le parole non riescano ad esprimere emozioni forti mentre la musica apre le porte ad un universo interiore che si può cogliere solo attraverso il silenzio della propia anima.
Un altro gruppo che si è esibito in seguito è stato quello dei «Folk Lab» con Luca Rollo alle percussioni, Giacoma Di Vieste al basso e Nicola Gleeson alla chitarra e voce (un ragazzino di 11 anni di origini brasiliane ma  fortemente attratto dalla musica popolare del sud Italia) che hanno allietato e stupito il pubblico cantando «Brigante se more» (canto tipico dei briganti). Il piccolo Nicola ha coinvolto tutti gli spettatori proponendo una canzone popolare che canta storie del secolo scorso, storie di piccoli eroi dimenticati, storie di briganti e di gente comune.
La serata musicale è poi proseguita con gli «American Jam Lab» con Luca Rollo alla batteria, Giacoma Di Vieste al basso, Daniele Sicuro, Giacomo Aliota e Andrea Ragno alle chitarre, che hanno suonato blues e rock’n roll. Dopo è stata la volta dei «Beatles vs Rolling Stones» con Danilo Nobiletti alla batteria, Gaetano Iervolino al basso, Umberto Vescera alla chitarra ritmica e Giuseppe Gentile alla chitarra solista  con un pezzo dei Rolling Stones «Jumpin Jack Flash» e dei Beatles «Come Together». Entrambi i gruppi hanno affascinato il pubblico tra ritmi coinvolgenti e sfrenati ma anche con un assolo di Giuseppe che ha lasciato «parlare» la sua chitarra esprimendo a pieno un’emozione intramontabile.

 

A conclusione della serata si è esibito un bellissimo gruppo femminile i «Pink Power Trio Lab» con Martina Lucatelli alla batteria, Giacoma Di Vieste al basso e Francesca Sako alla Chitarra e voce (frontman dalla gran faccia di cavolo che fa sempre uscire di matto il suo maestro con i suoi modi spontanei e irriverenti) con «What’s Up» (4 non blondes) e «Animal Instint» (Cramberries). La voce di Francesca ha affascinato, nota dopo nota, l’intero anfiteatro aggiungendosi ad una scenografia «naturale» incredibile.

Possiamo dunque sostenere che se chi educa alla musica prepara un artista ad affrontare il pubblico allora i maestri hanno svolto un ottimo lavoro in quanto questi ragazzi hanno dimostrato grande professionalità nel saper gestire l’emozione e soprattutto nell’aver trasmesso armonia e serenità.
In quei due giorni di spettacolo si è potuta cogliere la vera essenza della musica che si concretizza nello «stare insieme» divertendosi, realtà che purtroppo oggi sfugge a molti ragazzi.
Molte volte si restava sbalorditi non solo dalle abilità di ciascun ragazzo ma soprattutto dalla passione che ci mettevano nel voler raccontare «qualcosa» agli spettatori.
La musica è «parola» ma soprattutto «emozione». Dobbiamo perciò  ringraziare questi ragazzi che hanno voluto aprire il loro cuore per trasmetterla anche a noi!!!
Marta Rignanese