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Vico/ “Una mammografia? Torni tra otto mesi”

“Ma la sanità garganica non può funzionare così”.

 

«Una mammografia? Sì, ma tra otto mesi». La data indicata a Giovanni Miglionico di Vico del Gargano, per poter sottoporre ad esame strumentale, appunto una mammografia, la moglie. La reazione? Educata, ma ferma e chiara: «E’soltanto vergognoso».
Una sanità pubblica sempre più distante dalla sofferenza della gente. Se poi tutto questo accade in un’area del Gargano nord dove le denunce dell’inesistenza di servizi sanitari degni di questo nome sono all’ordine del giorno, la “rabbia” di Miglionico, non solo è più che giustificata, ma rappresenta la cartina di tornasole di quanto i bisogni essenziali dei cittadini (come è una mammografia) hanno scadenze abissali rispetto all’urgenza che impone un esame al quale, ogni donna, guarda sempre con preoccupazione sì, ma anche con tanta fiducia, sempre che possa conoscere, in tempi brevissimi, il risultato. Per questo, è solo ipotizzabile lo stato d’animo di una donna che dovrà attendere ben otto mesi per una mammografia. Parlare, dunque, di prevenzione è come voler toccare. il cielo con un dito. Lo stato d’animo di chi deve vivere, per due terzi dell’anno, nell’ansia, nel dover, giorno dopo giorno, contare ore e minuti che mancano a giugno del prossimo anno è soltanto ipotizzabile ma, comunque, non si coglierebbero mai dolore e lacrime versate lontano da chi vive la stessa preoccupazione, per non sommare ansietà ad ansietà. E’ facile, a questo punto, spiegabile la reazione di un familiare, come ci dice Giovanni Miglionico: “Prego Dio che mia moglie non abbia alcuna malattia”. In caso contrario? Difficile la risposta. .
Comunque non si resta con le mani in mano. Si cercano tutte le strade possibili, scorciatoie per abbreviare i lunghi tempi d’attesa. Alla fine non resta che gettare la spugna. Ma ansia e rabbia bussano alla porta dell’urgenza.
Allora? Rivolgersi a strutture private, sempre disponibili, naturalmente, mettendo mano alla tasca.
Una sorta di itinerario della disperazione quello che si vive in questa parte del Gargano dove i servizi sanitari sono carenti, a cui bisogna sommare le distanze che separano i Comuni dall’o- spedale più vicino: un solo esempio, Vieste oltre cento chilometri. Distanze da Terzo mondo, soprattutto se poi parliamo di un “Distretto turistico” che, giustamente, è ritenuto una eccellenza, non solo per la Puglia, ma a livello nazionale. E nonostante anni di mobilitazione popolare, di atti deliberativi regionali, approvati all’unanimità, dell’ospedale a Vico del Gargano non ci sono tracce, non solo, ma i servizi specialistici sono disponibili, sì, ma tra…un anno per una mammografia; tempi lunghi anche per diabetologia e cardiologia.
Ancora più grave che di tutto questo gli organi di governo del territorio ne sono pienamente a conoscenza, tant’è che parlano del Gargano, insieme ai Monti .Dauni, come le uniche aree di criticità della Capitanata. Eppure, ai buoni propositi non seguono risposte e comportamenti concreti. In conclusione…parole, parole, soltanto parole.
Franco Mastropaolo