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La storia del sindaco che diventò amico di due santi

Giovedì 12 ottobre, nell’auditorium del “Centro di Spiritualità Padre Pio”, a S. Giovanni Rotondo, si è svolto il primo convegno di studi su Francesco Morcaldi, indimenticabile sindaco sangiovannese, dal titolo: “Morcaldi, un sindaco tra due Santi: Padre Pio e Don Orione”.

 «Il primo convegno di studi è stato ideato –spiegano gli organizzatori, Stefano De Bonis e Italo Caratù – non solo per una semplice operazione di recupero del passato ma anche per onorare e custodire il grande patrimonio culturale, morale e spirituale del nostro caro “Don Ciccio Morcaldi”. Celebrare con un convegno il trentennale della morte del Cav. Morcaldi è stata una immensa gioia – spiega De Bonis-, un gesto di gratitudine e riconoscenza verso un uomo che dedicò tutto se stesso al popolo sangiovannese e al frate con le stimmate». Al saluto del sindaco, Salvatore Mangiacotti, sono seguite le relazioni di: frate Marciano Morra segretario generale dei gruppi di preghiera di Padre Pio e di don Flavio Peloso, superiore generale della Congregazione di San Luigi Orione. Poi l’intervento di Sua Eccellenza Mons. Domenico D’Ambrosio, arcivescovo della diocesi Manfredonia-Vieste-San Giovani Rotondo che ha sottolineato il  profondo legame tra Morcaldi, Padre Pio e Don Orione . Moderatore del dibattito il giornalista Stefano Campanella, direttore Responsabile di Teleradiopadrepio. Giudizio comune tra i relatori per il “Morcaldi” sindaco. Definito come un amministratore che ha tentato in tutti i modi di comporre gli interessi di tutti, di tentare la mediazione istituzionale, di comprendere, con lungimiranza,  che la comunità dei Cappuccini, l’opera di S. Pio da Pietrelcina, potevano e dovevano instaurare un legame solido con la comunità sangiovennese. Tra P. Pio e Francesco Morcaldi, rappresentante di tutto il popolo sangiovannese, c’è sempre stato un legame   speciale, raffigurato da una lettera, in seguito diventato testamento, scritta da San Pio il 12 agosto 1923 ed indirizzata al sindaco Morcaldi:” Ricorderò sempre codesto popolo generoso nelle mie ed assidue preghiere, implorando per esso pace e prosperità  quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”. 

 Diversi e commoventi sono stati gli episodi narrati da padre Marciano Morra che hanno visto “combattere” gomito a gomito, Morcaldi e Padre Pio.  Momenti toccanti accompagnati da una straordinaria emozione, quando fr. Marciano ha raccontato le azioni compiute da “Don Ciccio” per impedire l’allontanamento di Padre Pio dal suo convento e dal suo amato popolo ma, anche per ottenere la riabilitazione alle funzioni del Suo Ministero Sacerdotale. Nel nefasto decennio 1923-1933, durante il Pontificato di Papa Pio XI, il Sant’Offizio, revocò l’ordine di trasferimento di Padre Pio. Nel contempo decretò restrizioni sulle funzioni sacerdotali del Frate. Finanche a privarlo di celebrare la Santa Messa in pubblico. Il Sindaco Morcaldi si attivò per mettere fine a queste proibizioni. Nei suoi continui spostamenti a Roma, “Don Ciccio” incontrò Don Orione un sacerdote che godeva “fama di Santità” e della fiducia del Pontefice. Lo scopo di Morcaldi era quello di consegnare alle Autorità Ecclesiastiche documenti che provassero l’innocenza di Padre Pio. Con l’aiuto di Don Orione, saggio consigliere  per la causa di Padre Pio, il 14 luglio 1933 Sua Santità Pio XI “libera” Padre Pio dalle restrizioni. Francesco Morcaldi dopo aver trascorso questo periodo che definire delicato potrebbe essere riduttivo, disse:”Il Signore mi ha voluto bene facendomi vivere in mezzo a due Santi: Padre Pio e Don Orione”.