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Estorsioni: otto arresti a Vieste nell’operazione “Medioevo” (3)

Laudati: E’ un segnale forte.

 

‘E’ un segnale forte, con questa operazione, chiamata non a caso ‘Medioevo’, e si apre una stagione migliore, un’estate tranquilla’. Con queste parole il procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, ha parlato dei risultati di un’operazione fatta dai carabinieri a Vieste che ha portato all’arresto di sette persone tutte con precedenti penali e presunte componenti del clan capeggiato da Angelo Notarangelo. Per il successo dell’operazione è stato fondamentale l’apporto – è stato sottolineato – delle denunce di una trentina di imprenditori di Vieste vittime delle estorsioni che hanno costituito, nel dicembre 2009, un’associazione antiracket. Gli imprenditori e commercianti di Vieste hanno subito numerose richieste estorsive che consistevano o nell’obbligo dell’ assunzione di guardiani o in quello del versamento di danaro a conclusione della stagione estiva. Il clan Notarangelo ha ‘rovinato’ – è stato detto – piccoli imprenditori e commercianti con richieste estorsive che andavano dai 5.000 ai 20.000 euro. Particolare scalpore ha suscitato un attentato incendiario che ha distrutto completamente, nel febbraio scorso, il ristorante lido ‘Sciali”, tra i più noti della zona. Le indagini hanno riguardato una quindicina di episodi accertati ma si sta indagando ancora sulla natura di molti altri. Oltre ai sette arrestati di oggi, vi sono altre 11 persone indagate. Nell’ambito delle indagini sono state sequestrati anche ingenti quantitativi di stupefacenti: nel giugno 2010, una piantagione da 800 mq di marijuana. La zona del Gargano, e del foggiano in generale, è tra quelle più a rischio dal punto di vista della criminalità: negli ultimi due anni – è stato detto – si sono avuti oltre cento attentati e nell’intera provincia 77 omicidi. La risposta dello Stato è stata incisiva – hanno continuato gli inquirenti – con risultati rilevanti tra cui la confisca a Siponto, il 7 aprile scorso, di una villa bunker dove saranno ospitati una sezione della Dia di Bari e rappresentanti delle procure di Lucera e Foggia.