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Vieste – DOPO LA BAGARRE ELETTORALE SERVE LA POLITICA DELLE IDEE E DEI FATTI

 

Sono state elezioni nel segno delle «pari opportunità» (almeno per i candidati sindaco): due donne e due uomini candidati. Alla fine ha vinto una donna, Ersilia Nobile, dopo una campagna elettorale fatta di estenuanti porta a porta in giro per la città. Come una rediviva Giovanna D’Arco, in una sorta di epocale guerra dei cent’anni, ha guidato le proprie armate contro quelle temibili di Mimì Spina Diana. Sullo sfondo la candidata Annamaria Giuffreda che non ha mollato sino alla fine, sull’onda del «tra i due litiganti, il terzo gode».

Che la scontro elettorale si giocasse tutta nel perimetro del centrodestra, il gruppo della Giuffreda l’ha intuito subito con la speranza di un’occasione storica e da non perdere. L’obiettivo era di sfruttare quello scontro di titani per una vittoria elettorale attesa ormai da decenni. Gli ingredienti giusti c’erano tutti: la candidatura al femminile, nuova, ed una lista rinnovata e piuttosto competitiva. Il resto sarebbe arrivato dalla guerra intestina in atto nel centrodestra.
Questo è stato lo scenario, la chiave di lettura, che ha animato decine di analisi pre-elettorali prima del voto.
Poi l’urna però ha sentenziato diversamente. La Nobile ha vinto, Spina Diana è uscito sconfitto e la Giuffreda ha raggiunto un gran bel risultato.
La riconferma/fiducia che i viestani hanno attribuito al sindaco uscente impone che questo secondo mandato sia nel segno della svolta, di una progettualità di ampio respiro che non veda spegnersi l’entusiasmo elettorale in un governo della città senza segnali forti e chiaramente percepibili. Ersilia Nobile deve dimostrare con questo secondo mandato di poter salire di livello, per evitare che i prossimi cinque anni non vengano sfruttati a pieno.
L’ex sindaco e parlamentare Mimì Spina Diana ha perso la battaglia. La sconfitta pesa tanto in chi come lui nella propria carriera politica non ha mai perso (tre mandati da primo cittadino ed uno a Montecitorio). Tutto sembra aver avuto inizio nel 2006. Dopo l’insediamento della Nobile, Spina Diana decise di concedersi un po’ di riposo. Poi non ci fu feeling con l’amministrazione: lui dice che è stato osteggiato, la controparte che non si è proposto. Non volle assumere la guida del partito (allora Forza Italia, poi PdL) divenendone una guida per il rafforzamento e la crescita di nuove leve. Così negli anni il solco si è approfondito: dalle battutine si è passato agli screzi, dalle allusioni alla piccola polemica, fino ad arrivare al contrasto vero e proprio, alla contrapposizione. Nei mesi prima del voto Giandiego Gatta tentò una mediazione ma non se ne fece nulla. E allora si arrivò alla spaccatura, alle liste contrapposte, alla campagna elettorale.
In tale palcoscenico l’elettore del centro destra, quello che non ama sdottoreggiare sui marciapiedi e davanti ai bar, tutto poteva concepire meno che di vedersi politicamente dilaniato da questa guerra intestina in un gruppo che cinque anni prima era ben compatto. La ridiscesa in campo di Spina Diana contro la Nobile è parsa una sorta guerra di religione, o peggio in una chiamata alla armi che mettesse una parte della città. Alla fine hanno avuto più fede in Ersilia che in Mimì.
Cosa farà Spina Diana? Un politico ed amministratore della sua esperienza e capacità saprà stare in Consiglio comunale a fare l’opposizione, un’attività mai praticata essendo stato sempre dall’altra parte, in maggioranza? Saprà vestire un ruolo che lo vedrà confrontarsi con giovani consiglieri ed assessori cui avrebbe potuto fare da maestro e da guida e che invece ora si troverà a contrastare? Qualcuno dice che potrebbe anche dimettersi ma altri sostengono che la caparbietà di restare avrà la meglio.  

In questa sconfitta Spina Diana si è ritrovato al fianco (oltre al fidato De Vita) il politicamente irrequieto Mauro Clemente, quello che fece nascere il suo movimento Vieste Nuova proprio in contrapposizione all’ultimo scorcio di amministrazione del’ex parlamentare. Quello stesso Clemente che poi è passato nel PD divenendone segretario fino ad un anno fa quando, perso il treno per essere candidato sindaco del centrosinistra, sbattè la porta e cominciò a cercare altri approdi. Dopo vari contatti ed abboccamenti preferì accasarsi con Spina Diana… per ritrovarsi ancora una volta all’opposizione. Se fosse stato meno instabile, rimanendo nel Pd, forse oggi si troverebbe in altra posizione.
Una notazione, infine per la scarsa performance registrata dalla lista guidata da Lazzaro Santoro. Un progetto/idea politica, soprattutto se nuova, ha bisogno di un certo tempo per sedimentarsi per farsi conoscere e digerire dalla gente. Non ci si può improvvisare, soprattutto a Vieste dove le mutazioni/innovazioni viaggiano al ritmo di ere geologiche.