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Foggia/ Provincia, l’ora dei tagli. La cultura a secco

Mezzo milione in meno, musei a rischio. E’ scontro tra gli assessori.

 

Per la biblioteca provinciale non potranno essere acquistati nuovi libri e dopo trent’anni non si potranno rinnovare gli abbonamenti ad alcune importanti riviste. Il museo del territorio e la galleria d’arte moderna rischiano di chiudere per mancanza di fondi destinati alle iniziative. Ed è a rischio anche la prossima stagione al Teatro del Fuoco. Quel teatro che l’attuale amministrazione vorrebbe intitolare all’ex presidente Antonio Pellegrino che della cultura fece perno della sua azione politico-amministrativa. Ma oggi a Palazzo Dogana bisogna far quadrare i conti con 8 milioni di euro in meno di trasferimenti e per questo nella prima bozza di bilancio, discussa tre giorni fa in giunta, alla voce cultura la scure è stata secca: 500mila euro in meno. La proposta presentata dall’assessore al Bilancio, Matteo Cannarozzi, ha suscitato più di un attrito tra gli assessori guidati dal presidente, Antonio Pepe. «Non stiamo chiudendo nulla – si difende l’assessore -. Dobbiamo razionalizzare le spese. Nulla è scontato e quello presentato al momento è un documento tecnico. Se dobbiamo tenere aperti i musei o decidere di puntare di più sul turismo, lo dico a titolo di esempio, è una decisione che va presa collegialmente. Io sono più preoccupato del fatto che rischio di non aprire le scuole superiori a settembre perché ad oggi non posso coprire la spesa per il gasolio». All’appello per questa voce mancano 2 milioni di euro. Insomma secondo l’assessore Cannarozzi bisogna individuare delle priorità, perché la coperta è corta. Al punto che sono volate scintille tra l’assessore ai Lavori Pubblici, Domenico Farina, e l’assessore Billa Consiglio per il piano di edilizia scolastica. Toccherà al presidente Pepe mediare. Ma per il settore cultura, stando ai malumori che si registrano in assessorato tra funzionari e dirigenti, il taglio sarebbe molto più pesante che in altri. Nella proposta di bilancio per ogni museo sono previsti 10mila euro all’anno. Una cifra che tecnicamente li tiene solo aperti, ma senza alcuna possibilità di fare iniziative, creare nuovi spazi espositivi. Si tratta infatti di musei didattici che ogni anno devono rinnovare la proposta culturale.
Senza soldi non sarà più possibile ripetere l’esperienza del progetto Colori per insegnare ai bambini delle scuole primarie il linguaggio dell’arte pittorica. Non si potranno rinnovare i quattro contratti ai consulenti scientifici. «Senza risorse sono a rischio tre qualificanti iniziative della Provincia e della biblioteca — spiega il dirigente Franco Mercurio — il Premio Diomedea, Libri a trazione interiore e Colloquia. Per farle non mi resta che non acquistare libri per la biblioteca. E una biblioteca che non aggiorna ogni anno i suoi scaffali non può dirsi tale». L’assessore Cannarozzi ribadisce che non si sta mettendo a rischio la cultura. «Sono stato un sindaco che ha dimostrato che si può fare cultura anche senza soldi. Per me è sempre stata una priorità. E poi non decido io cosa si chiude o cosa si tiene aperto. Il dirigente avrà risorse economiche e finanziarie. Sarà lui a dover privilegiare questo o quel servizio. Sta qui l’abilità, la sfida».