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La Regione si fa una banca “in Hause”

Puglia Sviluppo attende l’ok Bankitalia. Fornirà garanzie per pmi e microcredito sull’intero territorio regionale. L’autorizzazione inviata a Roma ad ottobre scorso: la risposta arriverà entro gennaio.

 

 La Regione è pronta a svolgere un ruolo nuovo, quello di intermediario creditizio, attraverso la sua società in house Puglia Sviluppo. La funzione sarà duplice: fornire garanzie per le piccole e medie imprese ma anche prestiti e microcredito per l’intero territorio regionale. La richiesta di autorizzazione ad iscrivere la società per azioni nel registro dei mediatori è stata inviata alla Banca d’Italia ad ottobre che dovrà rispondere entro 120 giorni. A decidere programmi sarà l’ente territoriale che, al pari di altre regioni, ha scelto di dotarsi di una propria società di credito. Lo scorporo di Sviluppo Italia, conseguenza della legge Bersani nel 2009 ha reso necessaria la divisione per regioni della società nazionale e, completato il percorso di trasferimento delle competenze, ora Puglia Sviluppo ha avanzato la richiesta per compiere un ulteriore passo nel percorso di autonomia intrapreso. La divisione regionale, inoltre, ha portato a un abbattimento del capitale che, con questa nuova mansione, potrebbe essere ricostituito. <<Lo scopo è anche questo – spiega Giocchino Maselli, amministratore unico di Puglia Sviluppo – oltre a quello di fornire un servizio alle imprese. È evidente che sarà la politica a dare gli indirizzi ma ogni programma è rimandato a quando avremo questa autorizzazione». Di fatto l’iscrizione coincide con la nascita di un istituto di credito della Regione. Se le direzioni, almeno per il momento, sono quelle di fornire garanzie e prestiti, gli sviluppi ulteriori sono numerosi. «Su questo dovrà essere la giunta a darci indicazioni – precisa Maselli – perché il mio compito, almeno fino a quando non avrò altre indicazioni, è quello di avviare l’iter di iscrizione». L’iter è stato avviato quasi quattro mesi fa e, entro il mese di gennaio, è atteso il parere della Banca d’Italia. Come Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Sardegna, anche la Puglia ha deciso di sfruttare questa occasione prevista dal Testo unico bancario: in relazione all’articolo 128 del Tub (ex 106 e 107), le società in house che fanno riferimento ad enti pubblici hanno infatti la possibilità di essere inserite nel registro dei mediatori e di svolgere questa funzione nel rispetto delle norme in vigore anche per i privati. Del resto, proprio come previsto nello statuto di Puglia Sviluppo, in cui si sottolinea che si tratta di un «organismo intermedio al quale risultano delegate le attività di verifica di gestione e di controllo di primo livello per l’attuazione dei regimi di aiuto» da parte della Regione, l’aiuto al tessuto economico è legato anche, e soprattutto, all’accesso al credito. La società regionale, nata con una delibera di giunta nel febbraio 2009, solo pochi mesi fa ha potuto avanzare questa richiesta a differenza di altre regioni. «La nostra priorità – conclude Maselli – era quella di completare il programma di scorporo e ripartire al meglio il personale. Raggiunto questo primo obiettivo di stabilità stiamo cercando di trovare un modo per ricostruire e aumentare il nostro capitale».