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In Puglia una annata carica di olive, ma…

…Se non dovesse piovere nei prossimi giorni potrebbero cominciare problemi per gli oliveti non irrigati, che peraltro sono la maggior parte della superficie totale a oliveto nella Regione.

«Quella del 2007-2008 dovrebbe essere un’annata di carica per l’olivicoltura pugliese. Se, però, non dovesse piovere nei prossimi giorni potrebbero cominciare a registrarsi problemi per gli oliveti non irrigati, peraltro si tratta della maggior parte della superficie totale a oliveto in Puglia (pari a 370mila ettari). In tal caso la produzione di olio potrebbe ridursi di molto, e per la Puglia, che rappresenta circa il 12% della produzione mondiale e il 36% di quella nazionale, potrebbe esserci un brutto colpo». È in estrema sintesi l’analisi, al momento, dell’annata olearia in Puglia del vicepresidente vicario della Confederazione Italiana Agricoltori di Puglia Donato Petruzzi. «C'è da dire che caldo e siccità hanno colpito anche gli altri paesi dell’area del Mediterraneo, tra i maggiori produttori mondiali di olio di oliva – rileva ancora Petruzzi – tra l’altro non è dato sapere quale sarà l’incidenza che potrà avere sul mercato la distruzione di circa 150mila ettari di oliveto negli incendi di fine agosto in Grecia». «I prezzi alla produzione dell’extravergine di oliva, secondo i dati forniti dalla borsa merci di Bari, si stanno mantenendo sostanzialmente stabili – prosegue il vicepresidente Cia Puglia – il problema, però, resta sempre lo stesso: nei punti vendita si registrano prezzi dell’extravergine di varie marche notevolmente differenti, che variano addirittura dai 3,50 euro fino ai 6,00 – 7,00 euro a confezione da 750 ml (escluse le promozioni). Una anomalia, questa, dovuta al fatto che non è ancora operativo e concreto l'obbligo di indicare in etichetta l’origine delle olive, per favorire i controlli ed impedire le truffe. Per l’olio di oliva italiano non sarebbe particolarmente difficile ricostruirne la tracciabilità e rintracciabilità dalla pianta alla bottiglia – sottolinea ancora Petruzzi – tutto ciò sembra facile, ma diventa difficile da realizzare perchè gli interessi in gioco sono enormi. E sono gli interessi delle multinazionali che detengono quasi il monopolio del mercato che si scontrano con gli interessi degli olivicoltori che, invece, insieme ai consumatori trarrebbero grande vantaggio da una rintracciabilità e tracciabilità. I vantaggi – sempre secondo il vicepresidente della Cia Puglia – sarebbero la garanzia per i consumatori ed un giusto reddito per il produttore, con un equo guadagno per tutta la filiera.Serve, dunque, a breve chiarezza in sede di legislazione europea riguardo la commercializzazione e la etichettatura, in modo da evitare la confusione dei prezzi sugli scaffali, che disorientano il consumatore e che danno adito a tante supposizioni e sofisticazioni, che i controlli anche se accurati potranno solo limitare ma difficilmente eliminare».