Il presidente della Comunità montana del Gargano, Nicola Pinto, forte del risultato incassato nell'ultima riunione del consiglio elettivo dell'ente montano, riprende il suo cammino e guarda avanti. E' l'esito della votazione, che si è conclusa con 21 voti a favore, 3 astenuti e 9 contrari, che lo lascia in sella. Questo vale almeno fino a quando non ci sarà la nuova composizione dell'organo rappresentativo, che dovrà avvenire con la nomina, da parte delle tredici amministrazioni comunali che fanno parte dell'ente montamo, dei rispettivi rappresentanti (due di maggioranza e uno di minoranza) e, conseguentemente, con l'elezione del nuovo esecutivo della Comunità Montana. Il presidente Nicola Pinto, che naturalmente si dice soddisfatto di come si è concluso il lungo braccio ferro con il gruppo di minoranza, che aveva chiesto la convocazione del consiglio dell'ente montano – spiega – che «le regole del gioco vanno ristabilite, perchè non è possibile che un ente pubblico possa essere esposto a vendette personali, come avrebbe voluto il sindaco di Rodi Garganico, Carmine D'Anelli nè, tantomeno – aggiunge Pinto – che possa essere consentito il mantenimento di privilegi che non trovano rispondenza in nessuna norma giuridica». Che i rapporti tra presidenza ed esecutivo da una parte e struttura tecnica della Comunità montana dall'altra non siano idilliaci è come scoprire l'acqua calda: prova ne è l'esposto presentato alla Procura della Repubblica e al Prefetto da otto (su dieci) dipendenti dell'ente (segretario compreso) a proposito del mancato tacito rinnovo del contratto integrativo aziendale. Ma è soltanto la goccia che ha fatto traboccare il classico vaso. Infatti, a rendere ancora più pesante il clima che si respira in via Sant'Atonio Abate, nella sede dell'ente montano, i fatti degli ultimi giorni, riguardanti la "lettura" della norma in materia di presa d'atto delle nomine dei nuovi rappresentanti comunali a seguito di elezioni amministrative. «Avrei dovuto essere informato dal segretario generale sull'esatta interpretazione della norma, invece, niente di tutto questo; sono stato obbligato a ricorrere al settore regionale legislativo per acquisire il parere che, non a caso, ha confutato la posizione del segretario che, nel frattempo, si era preoccupato di tenere, sullo stesso argomento, contatti molto stretti sia con la Prefettura che con il primo firmatario della richiesta di convocazione del Consiglio, il sindaco di Rodi Garganico, Carmine D'Anelli, senza nè informarmi nè, tantomeno, essere da me stato autorizzato». Tenuto sulla graticola da giugno scorso per le voci che lo davano ormai "cotto", Nicola Pinto vuole, e già da subito, che vengano «restituiti all'organo rappresentativo, ma anche a presidente e giunta, i compiti di indirizzo e controllo, così come – ricorda – prevedono le leggi vigenti, e alla struttura tecnico-amministrativa la gestione delle scelte di indirizzo». Nell'attesa intanto, anche per sgombrare il campo da possibili accuse di voler rinviare, sine die, le elezioni del nuovo esecutivo, Pinto assicura che, immediatamente, scriverà ai sindaci per sollecitarli a nominare, subito dopo i122 ottobre (data di scadenza della legislatura), i tre rappresentanti in seno all'ente montano. Contestualmente, come presidente regionale dell'Uncem, Nicola Pinto dice che continuerà a seguire quanto si sta decidendo a livello nazionale e regionale, sul futuro delle Comunità montane, quella garganica compresa.