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Lettera aperta a Mimmo Aliota

Ciao, Mimmo.
Oggi la Cattedrale era stracolma di gente ed era lì per te perché, ne sono convinto, tutti avranno letto almeno un tuo libro o avranno parlato o sparlato di te quando, un po’ arrabbiato, ti accorgevi che i viestani  (“brava gente”) a volte non sono davvero cosi’ bravi,  ma per loro è più facile accomodare o accomodarsi piuttosto che lottare quando le cose, a livello cittadino, non vanno troppo bene.  Hanno deturpato molte zone del territorio senza troppo fiatare o hanno scoperto  tesori nascosti  e poi hanno preferito mettere tutto a tacere perche..sai com’è …poi  si blocca l’economia del paese e poi… che ci vuoi fare!! Oppure altri  tesori inestimabili sono andati perduti in altre e troppe occasioni.
Tu le cose non riuscivi a tenertele in te, e a volte tiravi fuori la tua grinta nei tuoi interventi  . Io, estasiato dal tuo  parlare chiaro e semplice, quasi invidiavo il tuo coraggio e ti ammiravo. Ricordo che un giorno – in qualità di presidente della Commissione culturale della  Parrocchia del SS.  Sacramento – organizzai una conferenza sulla storia di Vieste e chiesi a te di parlarci del glorioso giornale “Il Faro di Vieste”. Lo facesti volentieri e fu  un trionfo per la gente che venne ad ascoltarti desiderosa di rivivere i nostalgici tempi  ormai passati  . Ma dicesti una cosa che mi inorgoglì. “Questo giovanotto è innamorato di me” . Ed era proprio cosi’, caro Mimmo, perché tu nei tuoi scritti sei sempre riuscito a farmi evadere e a farmi rivedere la mia fanciullezza che – per la differenza di età – è stata un po’ diversa dalla  tua, ma non troppo. Anche noi che siamo nati nell’immediato dopoguerra abbiamo patito la fame ed anche noi che riuscivamo a malapena a mangiare qualche fetta di mortadella di asino abbiamo invidiato, ma anche disprezzato, chi invece buttava i panini farciti di salame. I tuoi scritti erano per me come “un bicchiere di acqua fresca da bere”. Ricordo che ti piacque tanto questa frase e me l’hai riportata anche su un tuo libro.
Ora su di te si è chiuso” il racconto della sera” perché Colui che decide tutto ha anche deciso che doveva mettere la parola “fine “ sul tuo ultimo capitolo della vita. Ma sei stato furbo, molto più di noi. Con i tuoi libri hai fatto in modo che morisse di te solo il tuo lato fisico.
Dall’alto dei cieli ci aspettiamo che ora tu dia uno scossone a tutti quelli che a Vieste contano.  Dai uno scossone agli Amministratori comunali perché mettano più impegno per rendere Vieste la vera bomboniera del Gargano  e facciano rispettare  i beni che Dio ci ha regalato. Ai  cittadini Viestani  fa  capire che  ciò che  loro posseggono non gli apparterrà per sempre e che hanno il dovere di farli godere anche a chi è ancora nei pensieri di Dio.
Ognuno di noi, clero compreso, ha il dovere di capire che le nostre radici vanno rispettate perché fanno parte della nostra storia e non sempre le cose si possono cambiare a proprio piacimento.
Ciao Mimmo… se nell’immenso Cielo incontri qualche Personaggio che ha reso grande Vieste salutalo . A noi ci è ancora impossibile poterlo fare.

Bartolo BALDI