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PARLAVANO “FOGGIANO” GLI ANTENATI EUROPEI

Antichi extracomunitari africani migrarono sul Gargano da LevanteParlavano foggiano i primi antenati degli europei. Se sono africani gli antenati degli uomini, quelli degli europei sono garganici. Hanno popolato il promontorio boscoso i primi abitanti del vecchio continente. Oggetti di pietra lavorata e scheggiata da mano umana, rinvenuti dai ricercatori italiani in Puglia, risalgono a un milione e mezzo di anni fa.
I dati sono stati presentati nel congresso di Scienze Preistoriche di Lisbona. Testimoniano una migrazione africana da Oriente, lungo il Corridoio Levantino, precedente quella da Gibilterra segnalata finora dai reperti rinvenuti in Spagna. Ora gli studi dovranno verificare le ragioni dello stanziamento in Puglia di questi remoti immigrati extracomunitari. Certo questo apre inediti scenari di conoscenza, che dopotutto potrebbero anche trovare un nesso con le teorie affascinanti avanzate da un geniale autore di saggi storico-archeologico-scientifici come Robert Bauval. Nel suo appena uscito in Italia per i tipi Corbaccio 352 pag. 19,60 euro, il già tecnico edile appassionato di egittologia, nato in Egitto nel 1948 e vissuto a lungo nel Medio Oriente, insiste nella sua teoria innovativa sul passato della civiltà umana. È quella che sta sviluppando da oltre venti anni in numerosi volumi e che collega le piramidi e i geroglifici ai più remoti ma sorprendentemente avanzati studi di astronomia. In sintesi, ha sempre ritenuto di poter dimostrare un legame, geometricamente fondato, tra le piramidi di Giza e le costellazioni, studiate fin dal passato dai primi astronomi che scrutavano il cielo notturno. Oggi, nel nuovo saggio, Bauval si dice certo di un disegno complessivo, del quale i grandi monumenti disseminati nei deserti egiziani sarebbero i testimoni superstiti. Apparentemente muti, ma disposti a rivelare ad una osservazione accurata e non distratta da pregiudizi storici le autentiche ragioni della loro esistenza, dopo aver già mostrato ad osservatori attenti che le loro lunghezze, larghezze e altezze e corrispondo con estrema precisione a misure cosmologiche come la circonferenza o il raggio terrestre e via dicendo. Un preciso e non casuale allineamento unificherebbe tutti i templi egizi in una unica grande traccia, riprodotta sulla base di calcoli stellari. Le piramidi non sarebbero perciò semplici per quanto monumentali tombe, ma originari osservatori astronomici se non spaziali. Quella di Saqqara, poi, era a suo dire una vera stazione ricevente e comunicante con le stelle.