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L’assenteismo statale «piaga» d’Italia

 Il presidente di Confindustria Luca di Montezemolo: «costa allo Stato circa l'1% del Pil». «Tra ferie e permessi vari un pubblico dipendente è fuori ufficio un giorno di lavoro su cinque». Invece «occorre tornare a remunerare di più chi lavora di più, sia nel pubblico che nel privato. E sanzionare chi non produce»
Nuovo 'j'accusè del Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo ai lavoratori del pubblico impiego: l’assenteismo nella pubblica amministrazione ha un costo non indifferente per le finanze pubbliche e quantificato in quasi un punto di Pil, vale a dire 14,1 miliardi. Di questi, 8,3 mld di mancati risparmi riguardano gli enti centrali e 5,9 mld quelli locali. Un fenomeno «evidente e clamoroso» che, ha spiegato il leader degli industriali, rappresenta «l'emblema dell’inefficienza e del cattivo funzionamento della pubblica amministrazione». Tra ferie e permessi, insomma, un dipendente statale è fuori ufficio mediamente un giorno di lavoro su 5.
Questo tasso di assenteismo, in particolare, è poi superiore del 30% rispetto alle grandi imprese industriali, ha spiegato Montezemolo secondo cui «portare la quota di assenze totali, comprese le ferie, al livello di quelle del settore privato darebbe un risparmio di 11,1 miliardi».
Dati alla mano, Montezemolo ha sottolineato che va alla Difesa la maglia nera dell’assenteismo tra i ministeri, e sugli stessi livelli anche l’Inpdap dove le scrivanie restano 'vuote' per 67 giorni l’anno. «Tra i ministeri il top si raggiunge alla Difesa con 65 giornate di assenza in un anno – ha detto – seguito dal dicastero dell’Economia e dell’Ambiente, entrambi con oltre 60 giorni. Altrettanto elevato è l’assenteismo nell’Agenzia delle Entrate». Tra gli enti locali, spicca il Comune di Bolzano con 74 giorni di assenza all’anno pari al 29% delle giornate lavorative. Oltre 70 giorni anche per il Comune di La Spezia e la Provincia di Ascoli Piceno. Il leader degli industriali ha quindi insistito sulla necessità di «remunerare di più chi lavora di più, sia nel pubblico che nel privato. E sanzionare chi non produce pur essendo pagato per farlo». Occorre insomma «una verifica oggettiva» dell’impegno, ha proseguito concludendo: «Basta con premi di risultato uguali per tutti».
E' necessario per affrontare il nodo dell’assenteismo, ma più in generale costi ed inefficienze della pubblica amministrazione. Al problema delle «assenze», dice il presidente degli industriali, «si aggiungono i costi generati dalla bassa o nulla produttività di quella parte dei dipendenti pubblici, minoritaria ma non piccola, che svolge poco e male la sua attività, pur essendo ufficialmente presente sul posto di lavoro». Non tutto è negativo, «nella pubblica amministrazione così come in ogni parte della nostra società ci sono eccellenze che dobbiamo fare emergere. Persone straordinarie il cui entusiasmo viene ogni giorno mortificato da un sistema che ha come obiettivo portare tutti alla velocità del più lento».