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LA STATUA PIU’ GRANDE DEL MONDO? SUL GARGANO PER PADRE PIO

Al piano terra una cappella per pregare, in cima una sala panoramica con ristorante, ai piani intermedi un auditorium. Altezza prevista sessanta metri, base di cento metri quadrati. Quaranta metri per la larghezza delle braccia.
Perché non si tratterà di un edificio ma di una statua – la più grande del mondo – dedicata a Padre Pio. Costo stimato intorno ai 10 milioni di euro. A lavorare al progetto è stato chiamato uno scultore d’eccezione, Giuseppe Cionfoli, l’ex frate cantautore noto per le sue tre volte a San Remo e per essere stato più recentemente uno dei naufraghi dell’Isola dei famosi. «San Pio verrà rappresentato con le mani aperte – spiega Cionfoli – come la famosa statua del Redentore a Rio de Janeiro», che fino a oggi è la più alta del mondo con i suoi quaranta metri. Il bozzetto è già pronto, anzi ne è pronta una copia in bronzo a grandezza naturale, alla cui realizzazione l’artista ha collaborato rispolverando le competenze apprese al liceo artistico e all’Accademia delle belle arti di Lecce dove aveva studiato prima di entrare nell’Ordine francescano e prendere i voti. «L’idea è nata circa un anno fa e ora prende il suo avvio vero e proprio», spiegano dal comitato formato da una ventina di abitanti di Rignano Garganico, il più piccolo dei Comuni del promontorio foggiano. Il progetto, per il quale è stato già ingaggiato un pool di architetti, ingegneri e geologi, prevede l’erezione del simulacro in località “La Croce”, un punto strategico che la renderà visibile dall’Autostrada del sole che passa a qualche decina di chilometri di distanza in linea d’aria, ma anche dai Comuni del Nord barese e – assicurano i promotori – anche dalla Majella. «Sarà l’ottava meraviglia del mondo – gongolano – e da quando si è sparsa la voce e abbiamo reso noto il sito web che abbiamo creato per raccogliere i fondi necessari alla costruzione siamo stati invasi da richieste di devoti che intendono contribuire». Raccogliere dieci milioni ai tempi del santo con le stimmate sarebbe stata un’impresa. Oggi con internet il comitato conta di raggiungere la cifra nel giro di alcuni mesi: il modello è Alex Tew, quel giovane inglese che due anni fa aprì un sito, Million dollar homepage, e vendette un milione di pixel a un euro per cinque anni. Due anni fa la notizia fece il giro del mondo per la bizzarria e lo studente impiegò due mesi per raggranellare un milione di dollari; stavolta – confidano i rignanesi – sarà la fede in uno dei santi più amati della Chiesa cattolica a rendere accessibile quella che sembra una sfida ciclopica non solo per le dimensioni della scultura. L’impresa sarà in qualche modo anche un business: «Intendiamo mettere su un innovativo sistema di azionariato popolare via web – spiegano – cui potrà accedere chiunque, con la garanzia che potrà vedere il suo nome scritto sulle pareti interne della statua e potrà inoltre partecipare alla Spa che gestirà l’indotto delle visite, in quanto gli euro che saranno versati corrisponderanno ad altrettante quote societarie». Non solo. Il testimonial-scultore è convinto che Rignano «diventerà presto meta di turismo religioso e incrementerà il pellegrinaggio nei luoghi sacri del Gargano, da quelli legati al santo, San Giovanni Rotondo e Pietrelcina, a Monte Sant’Angelo». Cionfoli, che non ha perso evidentemente il lessico monacale, dice di essere grato al comitato per averlo coinvolto e di cominciare questa nuova avventura «con umiltà e dedizione». Prega e scolpisci, insomma, sarà il motto. Di lavoro da fare prima della posa della prima pietra, prevista per la prossima primavera, ce n’è. Tra l’altro bisogna individuare una ditta specializzata che materialmente realizzerà il monumento. Poi bisognerà provare a coinvolgere le amministrazioni degli enti locali circostanti: il sindaco di Rignano, Antonio Gisolfi, ha già assicurato l’ok della sua giunta. Ci vorranno non meno di tre o quattro anni prima di vedere svettare il saio bronzeo di san Pio. Intanto, giacché c’è, Cionfoli approfitta per strafare, e boccia il nuovo santuario del frate progettato da Renzo Piano: «L’ho visitato una sola volta e ne sono rimasto turbato», attacca. E poi: «C’è qualcuno che vorrebbe far traslare la salma dalla cripta della vecchia chiesa dove si trova ora, ai sotterranei di quella nuova: sono matti a pensare di rinchiudere Padre Pio in un hangar – conclude il novello Michelangelo – io non sono d’accordo e mi fermeranno solo facendomi arrestare». Prima frate e cantautore, poi naufrago, ora scultore: chissà che il prossimo obiettivo di Cionfoli non sia il martirio.
Antonio Cantoro

 "Libero" –