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Vieste – CAMPO SPORTIVO, IL DOLCE E L’AMARO

 

Sembra essersi finalmente trovata una soluzione (peraltro quella più semplice e ragionevole) per consentire l'uso del terreno di gioco del campo sportivo «Riccardo Spina». L'area di cantiere per la realizzazione dei nuovi spogliatoi sarà isolata dal rettangolo di gioco in erba sintetica da una barriera di separazione. Così si consentirà, a tutte le società, il regolare svolgimento delle sedute di allenamento. Si dovrebbe così chiudere una vicenda che aveva che aveva portato il presidente dell'Atletico Vieste, Lorenzo Spina Diana, ad inviare una lettera al Sindaco in cui si chiedeva «una risposta concreta in tempi brevissimi» poiché la società sportiva aveva deciso «di non assumersi più alcuna ulteriore responsabilità ribadendo la ferma volontà di ritirare le sue squadre da tutti i campionati in corso qualora non dovesse essere ripristinata e garantita la sicurezza delle sue attività e di quelle delle altre Associazioni calcistiche viestane».

 

 

Dei vari sodalizi calcistici locali, per il mancato uso del "Riccardo Spina", l'Atletico Vieste ha certamente pagato il prezzo più alto perché ha dovuto fare a meno degli incassi domenicali, ha dovuto pagare e dovrà pagare ancora per l'uso del campo di gioco a Manfredonia.

A sbloccare la situazione ha dato un notevole contributo l'assessore ai Lavori Pubblici Franco Notarangelo che, con il suo pragmatismo, è riuscito a far attuare, con l'accordo delle parti, la soluzione più ovvia e più indolore: recintare il cantiere. L'intesa è stata formalizzata nel corso di una riunione tenutasi mercoledì scorso 16 gennaio tra i rappresentanti del Comune di Vieste, le società calcistiche, i progettisti, i responsabili delle ditte che stanno svolgendo i lavori ed i delegati del Coni. Così si è subito potuto dare inizio ai lavori per la recinzione, lavori di cui si è fatta carico (anche economicamente) la dirigenza dell'Atletico Vieste.
Eppure tutto ciò si poteva realizzare da tempo.Per valutare la banalità del problema bisogna fare un po' di cronistoria. I lavori dovevano iniziare ad aprile 2007 ed invece il primo appalto iniziò a luglio 2007, con la ditta «Asfalt Cpp" di Torino che, incaricata di rifare il terreno di gioco ed impiantare il campo in erba artificiale, riuscì in due mesi a fare tutto. Perciò a settembre 2007, con l'inizio del campionato di Promozione l’Atletico Vieste, teoricamente, già poteva giocare in casa se si fosse provveduto ad isolare il cantiere degli spogliatoi. Così però non è stato, l'Amministrazione comunale, con i vari soggetti che se ne sono interessati, non si è saputa imporre, tanto che anche per gli allenamenti si è dovuti "andar per lumache" all'Omnisport, dove non ci sono le docce, non c’e’ luce ed il terreno di gioco, seppur completamente rivoltato, si è rivelato buono solo per seminare le patate. L’altra ditta, l'«Angi" di Foggia, incaricata di costruire i nuovi spogliatoi e mettere in sicurezza la tribuna, ad agosto 2007 iniziò quelle opere di cui oggi si attende il completamento e che sembravano confliggere con l'operatività sportiva sul terreno di gioco.
Vista questi antefatti che hanno portato al totale stallo, non si può non riconoscere che il risultato recente è stato innescato e sostenuto dalla mobilitazione informativa di cui si è fatta carico Ondaradio (soprattutto attraverso il suo sito web www. ondaradio.info) poi rilanciata dalle pagine del "Faro". Consci per esperienza che a Vieste per sbloccare delle situazioni c'è bisogno di azioni informative forti (che altri non sono disposti o capaci di attivare), pur subendo da principio critiche e rimostranze, ci si è assunti la responsabilità di essere seri fino in fondo (forse per qualcuno "rompiscatole") nell'interesse della comunità. Ed i risultati sono lì a testimoniare la validità dell'impostazione.
Fin qui le notizie "dolci". Ma qualcosa di amaro non manca. Per poter vedere una partita di campionato al "Riccardo Spina" bisognerà attendere almeno un altro paio di mesi: la ditta appaltatrice prevede, infatti, almeno altri 60 giorni di lavoro prima di poter consegnare le opere. E su queste opere, per come si stanno realizzando, qualcuno ha posto in evidenza delle gravi incongruenze. Sembra, infatti, che con il posizionamento dei nuovi spogliatoi da oltre metà della tribuna non sia visibile, sulla destra, la zona della bandierina del calcio d'angolo.
Si spera che i competenti uffici comunali d'intesa con la ditta incaricata trovino un opportuno rimedio per evitarci il paradosso di una tribuna… "a vista limitata".