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Bankitalia: “Puglia in lieve crescita nel 2015 ma per lavorare non serve più la laurea”

Presentati a Bari i dati dell’ultimo rapporto sull’economia regionale. Su il settore meccanico, giù il fatturato dell’industria chimica e metallurgica per la produzione ridotta dell’Ilva. Boom per l’export delle calzature.

 

 Nel 2015 l’economia pugliese torna a respirare e, dopo tre anni di recessione, segna una "lieve crescita" evidenziata da un aumento del 3,8% del fatturato industriale e dalla crescita del 2,4% dell’occupazione, pari a 27mila unità. I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto sulla economia della Puglia curato dalla Banca d’Italia, presentato a Bari. A commentare lo studio, anche il direttore della sede Bankitalia di Bari, Pietro Sambati.

Per quanto riguarda i posti di lavoro, precisa lo studio, si tratta di posizioni "non qualificate", per cui non è necessaria la laurea. In prevalenza sono posti di lavoro "a tempo parziale e determinato". E, anche se l’aumento dell’occupazione ha interessato "tutte le fasce d’età",  riguarda "in particolare gli occupati con almeno 55 anni". Tuttavia, questo incremento ha portato alla conseguente riduzione del tasso di disoccupazione che si attesta al 19,7%.

Tra i settori produttivi che hanno registrato migliori performance, c’è senz’altro quello meccanico, rappresentato soprattutto dal distretto aerospaziale; mentre si riduce il fatturato nell’industria chimica e nel comparto metallurgico. Quest’ultimo risultato, secondo lo studio, è dovuto alla flessione della produzione del siderurgico Ilva, a Taranto, che ha frenato anche le esportazioni, cresciute solo dello 0,7% rispetto a una media del Mezzogiorno del 4%.

In controtendenza, il settore calzaturiero che tra il 2011 e il 2014  aumenta l’export del 4,5% per 276 milioni. Bene anche l’agricoltura con un aumento del valore aggiunto e delle quantità di produzione di pomodori, uva e olive; mentre la spesa per beni durevoli è cresciuta del 6,3% soprattutto per effetto della vendita di autoveicoli. Nel settore del turismo, invece, gli arrivi aumentano del 5% e crescono le presenze (+1,9%).

"Modesta" viene definita la crescita dell’erogazione del credito da parte delle banche con una variazione dello 0,8% a fronte di un calo dell’1% nel 2014. Ma, in base alle stime disponibili, "nei primi mesi del 2016 la dinamica espansiva dei prestiti è proseguita". La crescita dell’erogazione del credito è stata "trainata dai prestiti alle famiglie" (0,9% a fronte dello 0,6% nel 2014), e dalla crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni (+1%). Un risultato in linea con l’aumento delle compravendite (+3,3%) anche se il livello delle
transazioni resta inferiore del 40% rispetto ai livelli pre-crisi.

Per quanto riguarda i finanziamenti al settore produttivo, questi sono diminuiti complessivamente dello 0,8% (-1,1% nell’anno precedente). Ma Sambati ricorda che in Puglia "dall’inizio della crisi (2007-2008) il Pil è diminuito del 9% mentre nel resto d’Italia è calato dell’8%. E in questi anni le banche hanno aumentato le proprie erogazioni da 46 a 56 miliardi nel 2015".

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