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Puglia, l’eldorado della marijuana ha il record italiano

Raffica di sequestri per la droga proveniente dall’Albania. Il traffico passa da Bari e Brindisi.

 

 LA Puglia è la regione d’Ita­lia in cui si consuma più marijuana. Lo dicono i dati dei sequestri effettuati nel 2015 dalle Forze dell’ordine e confluiti nella relazione della Direzione centrale dei servizi antidroga, resi ancora più attuali dalle recenti scoperte di piantagioni "casalinghe" in Salento, in cui si coltiva l’erba de­stinata alla movida gallipolina. Tremilacinquecento chili di marijuana l’anno scorso furono bloccati prima dell’immissione sul mercato, il 37,79% a livello nazionale. Quasi tutta la cana­pa indica arriva dal mare, sui motoscafi dei contrabbandieri e sui traghetti che attraccano a Bari e Brindisi. Tutta è made in Albania a dimostrazione del rapporto privilegiato tra i clan dei due lati dell’ Adriatico. Tre­mila, invece, le piante coltivate localmente sequestrate. Duemilacentoventicinque le persone indagate in Puglia per associazione a delinquere e traf­ficò di stupefacenti, tra cui po­chi stranieri (appena 183), per­ché – scrive la Dcsa, "l’affare droga è appannaggio della cri­minalità locale". Un ruolo im­portante spetta invece alle don­ne, 158 delle quali sono finite sotto processo nel 2015 mentre di recente a Brindisi sono state arrestate le signore che gestivano la vendita al posto dei mariti detenuti. "il traffico di stupefacenti rappresenta in Puglia il settore d’affari direttamente connesso al controllo delle atti­vità criminose del territorio – spiega la relazione del Servizio centrale – spesso causa di con­flitti, anche per la presenza di numerose compagini mafiose soprattutto a Bari e in Salento". Il capoluogo e la provincia di Lecce sono le zone calde della regione, per l’elevata concentrazione di gruppi criminali e per la movida senza freni. n 94% dello stupefacente, cana­pa in primis, arriva dal mare, frontiera aperta e difficile da controllare. n 4 febbraio i finan­zieri del Roan hanno recupera­to sei quintali di marijuana, per un valore di sei milioni, gettati in mare da un gommone veloce che stava per approdare a Bari. Altri 700 kg sono stati trovati il 18 marzo a bordo di un piccolo natante guidato da due albane­si e fermato a Mola. Mentre a Lecce, il 2 marzo, il Gico ha arre­stato sei persone vicine al clan "Vernel" togliendo dal mercato 65 kg di erba per un valore di 150.000 euro. Non solo la marijuana coltivata in Albania è diretta in Puglia. Secondo l’Antidroga, anche quintali di eroina vengono stac­cati a Tirana e Valona e poi imbarcati sui traghetti diretti a Bari e Brindisi. E mentre le for­ze dell’ordine usano strumenti sempre più sofisticati, i traffi­canti inventano nuovi sistemi per eluderli. "Ulteriore evoluzio­ne del traffico" – scrive la Dcsa – è quella che vede affiancarsi ai vettori marittimi velivoli leggeri ed ultraleggeri che, sfruttando piste di decollo clandestine realizzate al di là dell’ Adriati­co, ‘trasportano in Italia rag­guardevoli quantitativi di can­nabis". Non solo marijuana, però, sul variegato mercato pugliese. "Picchi di consumo di Mdma ( metilendiossimetanfetamina) sono stati registrati nei pe­riodi estivi, nelle zone maggior­mente frequentate dai vacan­zieri in Salento" afferma il Servizio centrale, evidenziando 1’e­levata quantità di pasticche im­portata dall’Olanda, "dove è possibile’ acquistarla a costi assai contenuti": La gestione di questo traffico non è appannag­gio della criminalità organizza­ta "qualificata" ma di gruppi cri­minali singoli. L’allarme più ele­vato è per la piazza di Gallipoli, regina incontrastata del turi­smo giovanile , in cui il consu­mo è alto e i sequestri pochi, perché le droghe sintetiche so­no difficili da trovare soprattutto ora che vengono sciolte nelle bevande alcoliche. Nel 2015 fu­rono sequestrate solo 669 pa­sticche.

Chiara Spagnolo