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Miracolato da Padre Pio, dopo il coma il ritorno nei campi

Un bracciante agricolo miracolato da Padre Pio – dalla sala di rianimazione di casa sollievo della sofferenza ai lavori agricoli nell’agro di Rignano Garganico – Pietro Di Fiore racconta: “ho sognato padre pio tra le nuvole, mi diceva di alzarmi e di camminare. l’ho ascoltato e sono guarito” – all’ospedale di San Marco in Lamis lo avevano dimesso immediatamente, diagnosticando un normale raffreddore con dolori diffusi alle articolazioni – in serata a Casa Sollievo un noto specialista ha intuito la gravita’ del problema.Ha le lacrime agli occhi Pietro Di Fiore, 46 anni, bracciante agricolo di Rignano Garganico, quando ci racconta per la prima volta del “suo miracolo”, di quando ricoverato nella sala di rianimazione dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” ha sognato Padre Pio ed è passato in un battibaleno dalla paralisi totale al ritorno alla vita. Sposato con quattro figli, Pietro non ha mai raccontato ad alcun giornale la sua storia. Dopo aver lasciato tra le lacrime il ricovero presso il nosocomio di San Giovanni Rotondo e dopo aver lottato per molti mesi contro la morte, è ritornato a lavorare nei campi e con tanta voglia di dedicarsi alla sua famiglia e al suo amato paese.

Il “fatto” è accaduto 7 anni fa. Il bracciante rignanese, che attualmente cura i propri possedimenti e lavora saltuariamente per conto di una cooperativa del posto, è stato colpito da una malattia rarissima, la cosiddetta Sindrome di Guillain-Barrè (GBS). La malattia, che colpisce poche persone nel mondo, circa 150 per milione, ed è pressoché incurabile, in quanto il suo iter non può essere arrestato, ma solo marginalmente mitigato e modificato. Conosciuta anche come poliradicolonevrite (una grave infiammazione del sistema nervoso periferico), la Sindrome si annuncia in modo inaspettato e può mettere in pericolo di vita chiunque, senza distinzioni di età, sesso, razza, condizioni fisiche, tipo di alimentazione, patologie pregresse o in corso. La GBS presenta un esordio rapido, che può evolvere a paralisi totale (tetraparesi, come nel caso del nostro Pietro) e insufficienza cardio-respiratoria nell'arco di pochissimi giorni. Sono spesso associate algie diffuse, in particolare alle articolazioni, alle mani e ai piedi. La malattia colpisce senza una vera causa e può evolvere in un peggioramento che interessa l'innervazione autonomica, rendendo di fatto necessario il ricorso alla rianimazione. Le nervature corporee autonomiche controllano, infatti, le cosiddette “funzioni involontarie” (il respiro, il battito cardiaco, la pressione arteriosa, le funzioni digestive e sessuali) e lavorano sempre anche quando dormiamo (in alternativa sopraggiunge la morte dell’individuo). In quanto polineuropatia, la GBS si riferisce a un interessamento bilaterale e simmetrico dei nervi periferici – interessa, cioé, in maniera simile, entrambi i lati del corpo – e generalmente i disturbi iniziano alle mani e ai piedi. Nel caso di Pietro, il nostro interlocutore ha accusato un insolito tremolio alle gambe. Era intento a raccogliere le olive. Ai primi malori ha chiesto al padre di potersi allontanare e di ritornare a casa. Subito dopo è stato condotto all’Ospedale “Umberto I” di San Marco in Lamis. Qui, dopo una breve visita, è stato dimesso con una subitanea diagnosi (raffreddore con dolori diffusi alle articolazioni). In serata il malessere che ha cambiato la sua esistenza. In bagno è crollato a terra ed è stato nuovamente condotto in ospedale, questa volta a “Casa Sollievo della Sofferenza”. Un noto medico si è accorto della gravità della cosa e ha disposto il ricovero presso la Sala di rianimazione. Da quel momento Pietro è rimasto paralizzato per molte settimane. “Sono stato sempre lucido durante la mia agonia – ci spiega – capivo tutto, ma non potevo muovere più nulla, fatta eccezione per il collo. Vedevo i miei cari, i medici, gli infermieri, ma non riuscivo a comunicare con loro in nessuna maniera. La sensazione era bruttissima e i dolori allucinanti: mi sentivo immerso in un blocco di cemento armato. Ero sempre sveglio”. Una notte la svolta. “Ho sognato Padre Pio che volava su di una nuvola – ha aggiunto Pietro – mi diceva di alzarmi e di continua a vivere. Il frate era quasi ossessivo nella sue richieste. Mi invitava a non demordere e a continua a sperare. Ho seguito il suo consiglio”. L’indomani l’evento giudicato “miracoloso”. Pietro è riuscito a muovere le dita di una mano. Di lì il lento ma definitivo miglioramento. Ritornando alla GBS, tale malattia, in quanto neuropatia periferica, interessa i nervi motori, responsabili dei movimenti volontari, e quelli sensitivi (ci permettono di sentire il dolore, le vibrazioni, il tatto, di riconoscere le forme degli oggetti, di conoscere la posizione di parti del nostro corpo nello spazio). La GBS è una neuropatia immuno-mediata. Il sistema immunitario, il cui compito principale e' di proteggere l'organismo contro gli agenti infettivi esterni, in questo caso, e per ragioni sconosciute, attacca parti dell'organismo causando l'insorgenza di malattie autoimmuni. Qui ad essere "attaccati" sono i nervi periferici. Spesso, limitatamente alla componente mielinica (che viene distrutta), ma in molti casi vi è il coinvolgimento anche della componente assonale, il nervo vero e proprio. La malattia é autolimitante, con recupero spontaneo dalla fase acuta nell'arco di due mesi, e remissione pressoché completa della sintomatologia in circa un anno. Pietro è oggi tra coloro che si sono salvati dalla morte. Il presunto intervento di Padre Pio (in sogno) lo ha allontanato da subito da uno dei più diffusi sintomi post-GBS, quello del disagio psicologico e psichiatrico. Chi ha avuto tale esperienza, infatti, non sempre riesce a recuperare l’uso della ragione. Per Di Fiore la fede, le preghiere e la vicinanza al Santo sono state importantissime sotto questo punto di vista. “Ogni volta che penso a questa esperienza e ai disagi arrecati involontariamente alla mia famiglia – conclude Pietro – piango come un bambino, ma poi penso alle parole di Padre Pio e subito mi riprendo con un senso di vitalità che ogni volta si rinnova e mi dà speranza per il futuro”.
Angelo Del Vecchio