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Piano del Parco, il 19 febbraio prima riunione

Non è bastato neanche il fuoco per muovere le acque. Chi sperava che al­meno tre morti, due indagati e mezza Peschici andata in fu­mo potessero bastare per il Piano del Parco del Gargano, per il catasto degli incendi e per la Protezione civile regio­nale si è sbagliato.
Sono basta­ti per qualche annuncio in più, non per la realizzazione effettiva. Difficile scegliere quale dei ritardi è più clamoroso. Di cer­to, però, l'annuncio più ripe­tuto è quello relativo alla Pro­tezione civile regionale. Il pri­mo del governatore Nichi Vendola risale al 2005, dopo la tragica alluvione che colpì la provincia di Bari del mese di ottobre; il secondo due an­ni dopo, all'indomani degli in­cendi de124luglio scorso sul Gargano. Nello scorso mese di novembre è arrivato il via libera del Genio civile a co­struire la sede della protezio­ne civile regionale nella vec­chia aerostazione di Bari Pale­se. E, immancabile, anche il terzo annuncio: sei mesi e tut­to sarà pronto. Ne sono passa­ti tre e siamo ancora all'appal­to provvisorio: non è detto che per la prossima estate la sede annunciata nel 2005 sa­rà pronta. II ritardo più lungo è, però, quello del Piano del Parco del Gargano, la cui mancata ap­provazione lascia discreziona­lità ai Comuni creando dei varchi per aggirare le regole: lo si aspetta da 13 anni, dal­l'istituzione dell'Ente nel 1995. Non si tratta, quindi, di un problema esclusivo del presidente Giandiego Gatta. Ma l'attuale gestione da tre an­ni non approva (anche modifi­cando, eventualmente) la boz­za cui era giunta la preceden­te. «È stata bocciata da Comu­ni e associazioni di categoria, ambientaliste e venatorie», ebbe modo di dichiarare Gat­ta la scorsa estate, prometten­do che «nella prossima prima­vera» il Piano sarebbe stato approvato, «essendo ormai nella fase conclusiva». Da allo­ra, la prima riunione della Co­munità del Parco (organo col­legiale di cui fanno parte i 18 Comuni del Parco, la Regione Puglia, la Provincia di Foggia e la Comunità montana) è sta­ta fissata per il prossimo 19 febbraio: solo allora – e man­cherà solo un mese alla prima­vera – si comincerà ad analiz­zare la bozza del piano in atte­sa degli emendamenti, della discussione e della eventuale approvazione. Anche per i ritardi nell'approvazione del Piano del Parco il presidente Gatta è stato a fine dicembre scorso il destinatario di una let­tera del ministro dell'Ambien­te Alfonso Pecoraro Scanio che avviò in quell'occasione le procedure per la revoca del – 1'incarico. Gatta ha inviato le sue controdeduzioni a metà gennaio. Ma nel frattempo a essere «revocato» dal suo in carico è stato Pecoraro Scanio con la caduta del governo. Governo che, in quanto ad annunci, non è stato da me­no. «Le attività che hanno ri­cevuto danni saranno rimbor­sate. Ciò non accadrà domani o fra due giorni – annunciò nei giorni seguenti il rogo di Peschici il vice premier Fran­cesco Rutelli – ma accadrà». Di giorni ne son passati 180, la Finanziaria è andata via, il mille proroghe pure e con le promesse è andato via anche Rutelli. Ma i rimborsi sono ri­masti un annuncio. In parte sanato è, invece, il terzo ritardo, quello del cata­sto degli incendi. Si tratta del­lo strumento che meglio di al­tri contribuisce a evitare spe­culazioni, abusi e utilizzi non consentiti dei territori brucia­ti. A1 termine della scorsa esta­te, su 258 comuni pugliesi so­lo il 19% era dotato di un cata­sto degli incendi. E Peschici rientrava nella maggioranza dell'8o per cento. «Abbiamo predisposto il catasto – ha spiegato il sindaco peschicia­no Franco Tavaglione – nella giunta del 6 novembre scor­so. È stata fatta una fotografia al 31 dicembre 2006. Per l'ap­provazione definitiva atten­diamo gli ultimi dati del Cor­po forestale dello Stato relati­vi al 2007. Una volta che saran­no pubblicati gli aggiorna­menti, rendendo così possibi­le eventuali ricorsi, ci sarà l'approvazione definitiva».