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RISPETTIAMO I LIMITI DI VELOCITA’ …

… e allacciamoci la cintura di sicurezza
Nel nostro Paese, ogni anno, oltre diecimila persone muoiono per incidente stradale e più di duecentomila rimangono ferite: di queste oltre tremila saranno invalide per sempre.
Le collisioni degli autoveicoli rappresentano i sinistri stradali di maggiore frequenza, spesso dovuti al non rispetto dei limiti di velocità.
L’urto frontale è l’incidente più grave. Perché le lesioni riportate possano essere mortali è sufficiente – beninteso – che ciascuno dei due autoveicoli proceda a velocità compresa fra i 30 ed i 40 km/h.
Spiega Russo Frattasi, autore di numerosi lavori scientifici in materia di sicurezza stradale: «Quando la somma delle velocità dei due automezzi è superiore ai 50 km/h, la morte è possibile; oltre gli 80 km/h, le lesioni dei passeggeri portano alla morte in più del 60% dei casi. Sopra i 90 km/h, purtroppo, non c’è quasi mai scampo: i due cofani si appiattiscono in pochi millesecondi, i motori entrano negli abitacoli, li sfondano e li occupano, le lamiere si spezzano e si accartocciano, lo spazio fisico per i corpi viene ridotto ed è formato in maniera incompatibile con la sopravvivenza».
Con la legge 22 aprile 1989 n. 143, l’Italia (cinque anni dopo la Gran Bretagna) ha reso obbligatorio l’uso delle cinture di sicurezza.
Da un accurato studio di Russo Frattasi (su 1.163 passeggeri senza cintura e su 490 passeggeri con cintura) è risultato che, con la cintura allacciata, si evita – in media – la metà delle lesioni alle diverse parti del corpo.
In particolare:
·    alla testa, i danni riportati senza cintura costituiscono il 23,7%, mentre con cintura il 10,6% (differenza percentuale: – 56%);
·    alle spalle, senza cintura il 2,1%, mentre con cintura l’1,4% (differenza percentuale: – 33%);
·    al torace, senza cintura il 5,2%, mentre con cintura il 2,9% (differenza percentuale: – 45%);
·    alla colonna vertebrale, senza cintura l’1,5%, mentre con cintura lo 0,6% (differenza percentuale: – 60%);
·    all’addome, senza cintura il 2,0%, mentre con cintura l’1,2% (differenza percentuale: – 40%);
·    al bacino, senza cintura lo 0,7%, mentre con cintura lo 0,4% (differenza percentuale: – 43%);
·    ai gomiti, senza cintura il 2,1%, mentre con cintura lo 0,6% (differenza percentuale: – 72%);
·    alle ginocchia, senza cintura il 2,2%, mentre con cintura l’1,8% (differenza percentuale: – 19%);
·    alle gambe, senza cintura l’1,5%, mentre con cintura lo 0,6% (differenza percentuale: – 60%);
·    alle braccia, senza cintura il 3,7%, mentre con cintura il 2,0% (differenza percentuale: – 46%).
In soli due casi, le cinture allacciate arrecano più danni:
·    al collo, senza cintura l’1,2%, mentre con cintura l’1,6% (differenza percentuale: + 25%);
·    ai piedi ed alle caviglie, senza cintura l’1,5%, mentre con cintura il 2,4% (differenza percentuale: + 65%).
Per quanto riguarda, invece, le “anche”, se si hanno le cinture allacciate i danni sono pari allo 0%, mentre senza allo 0,6% (differenza percentuale: – 100%).
Se le statistiche servono a qualcosa, allora allacciamoci la cintura di sicurezza e, soprattutto, rispettiamo i limiti di velocità. In ballo non c’è solo la patente, ma qualcosa di più: la vita, nostra e degli altri.

Alfonso Masselli