Menu Chiudi

Blitz sul Gargano, 19 arresti per rapine ed estorsioni. Operazione ‘Ariete’: così programmavano rapine e assalti a portavalori.

Ben 36 capi d’imputazione per 22 in­dagati, 19 dei quali arrestati 48 ore fa dai carabinieri tra Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’ Angelo, Vieste, San Mar­co in Lamis e Cerignola nell’operazione denominata «Ariete». Sono alcuni dei nu­meri dell’indagine così deno­minata perché il nucleo cen­trale è rappresentato da un progetto d’assalto ad un por­tavalori che doveva essere messo a segno un anno fa, nel novembre del 2015, in località «Vignanotica» sulla litoranea Mattinata-Vieste, e che fu sven­tato dagli investigatori. La ge­nesi e i particolari dell’inda­gine sono raccontati nelle 293 pagine dell’ordinanza di cu­stodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Foggia Carmen Corvino che, acco­gliendo le richieste del pm Ro­sa Pensa, ha disposto il car­cere per 11 indagati, e i do­miciliari per altri 8: gli ultimi tre indagati per accuse minori sono a piede libero.
L’indagine poggia anche e molto su intercettazioni, come quelle che, nell’interpretazio­ne accusatoria, raccontano le fasi preparative e la rabbia del presunto commando di rapi­natori per il progetto di assalto sventato dai carabinieri della compagnia di Manfredonia: «No, hanno preso pure le ar­mi»; «Tu quanto vedi gli im­picci, butta i mitra a terra»; «La motosega? Questa serve là, non serve a me», alcune delle frasi captate. Di concorso in tentata rapina, detenzione di armi anche da guerra e ri­cettazione di un furgone e una pala meccanica da utilizzate nell’assalto rispondono 9 indagati: i garganici Mario Lu­ciano Romito, Francesco Scirpoli, Francesco Pio Gentile, Luigi Ferro, Antonio Quitadamo, Andrea Quita­damo, Michele Silvestri, Da­nilo Della Malva e Giovanni Iannoli per i quali il gip ha disposto la detenzione in car­cere. Sono accusati «in con­corso tra loro e con altri soggetti allo stato rimasti ignoti» contesta la Procura «di aver posto in essere atti idonei e tesi in modo inequivoco ad impos­sessarsi con violenza e minac­ce di quanto contenuto all’in­terno del furgone portavalori Ivri», per fatti avvenuti tra il 4 e 30 novembre di un anno fa. In attesa degli interrogatori di garanzia degli indagati, uno degli aspetti su cui potrebbero concentrarsi le strategie difen­sive è anche quello di veri­ficare se il presunto progetto di assalto sia rimasto tale, oppure se siano stati compiuti tutti quegli atti preparatori che il codice ritiene idonei e neces­sari alla commissione del rea­to. Sul punto pm e gip la pen­sano allo stesso modo: la banda era pronta ad agire e se il colpo non fu portato a termine, fu perché i carabinieri venuti a conoscenza del progetto, pattugliarono in forze ed anche con elicotteri la zona che do­veva essere teatro dell’enne­simo assalto ad un blindato sulle strade di Capitanata. Ai 9 presunti rapinatori l’ac­cusa infatti contesta di «aver individuato il tratto preciso di strada su cui colpire; aver in­dividuato il furgone portava­lori dell”‘Ivri” quale bersaglio, seguendolo nel suo percorso (lo avrebbero fatto Della Malva e Iannoli a bordo di una Audì A3 nera); aver individuato i luoghi per gli appostamenti e quelli dove non c’erano tele­camere né copertura telefonica per non essere individuati; es­sersi procurati una pala gom­mata, rubata, su cui era stata saldata una sbarra di ferro a mo di arierte; aver effettuato le “prove in bianco” su un furgone “Fiat Ducato” pure ru­bato per testare le capacità di sfondamento e ribaltamento della pala da usare per l’as­salto; essersi procurati una motosega per le operazioni di taglio sul blindato; essersi ap­provvigionati di armi e ma­schere» da utilizzare nell’as­salto, che doveva vedere coin­volti nella fase esecutiva 11 banditi divisi in due gruppi. Per una rapina sventata ad un blindato, nell’inchiesta «Ariete» si parla anche di una rapina portata a segno e di cui rispondono ancora il viestano Iannoli e il compaesano Hecmi Hadiuouchi . I due giovani sono ritenuti da carabinieri, pm e gip i banditi che a volto coperto ed armati di pistola fecero irruzione nel supermer­cato «Simply» di via Giolitti a Vieste 1’11 dicembre 2015, rapinando 5mila euro dopo aver minacciato il proprietario del locale: «non facciamo taran­telle, caccia le chiavi della cas­saforte e dammi tutti i soldi». Per il resto gli altri indagati dell’operazione «Ariete» (al di là del poliziotto penitenziario) ri­spondono a vario titolo di sin­goli episodi di ricettazione, de­tenzione illegale di armi, vio­lazione della sorveglianza spe­ciale. Tra i furti che gli in­vestigatori avrebbero scoperto c’è quello di 300 litri di gasolio avvenuto ai danni del distributore Agip del molo di levante del porto di Manfredonia il 14 marzo scorso; ne rispondono i manfredoniani Giuseppe Ca­poseno, Giuseppe Trimigno e Antonio Ferrazzano per i quali il gip ha disposto gli arresti domiciliari.
———————————————-
Chi sono: cominciano gli interrogatori sono 19 gli arrestati

Ecco chi sono i 19 arrestati dèll’operazione «Ariete»: car­cere per 11 indiziati, domi­ciliari per altri 8. Carcere per Mario Luciano Romito, 49 anni, di Manfredonia, già alla detenzione domiciliare dove sconta una condanna per vec­chie vicende processuali; Francesco Scirpoli, 34 anni di Mattinata: «entrambi sono ritenuti elementi di spicco del clan Romito, famiglia no­ta nell’area garganica per i fatti di sangue che l’hanno riguardata» dicono i carabi­nieri. Carcere per Francesco Pio Gentile, 48 anni, Mat­tinata detto «rampino o pas­saguai»: il compaesano An­tonio Quitadamo, 41 anni, detto «baffino»; Michele Silvestri, 28 anni, di Monte Sant’Angelo, detto «u’ russ»: Luigi Ferro, 37 anni di San Marco in Lamis, detto «Gino di Brancia»: Andrea Quita­damo, 27 anni, Mattinata, pu­re soprannominato «Baffino» (era già agli arresti domi­ciliari per un’altra vicenda); Danilo Pietro Della Malva, trentenne ,di Vieste, detto «u’ meticce» già sottoposto ai domiciliari; Giovanni Ian­noli, 30 anni di Vieste, cui il provvedimento di cattura è stato notificato in cella dov’era già detenuto;- come era già detenuto Hecmi Ha­diouch, 32 anni, viestano. L’undicesimo indagato per il quale il gip ha disposto il carcere è il manfredoniano Cataldo Coccia, assistente capo della polizia penitenzia­ria. Domiciliari per i manfre­doniani Pietro La Torre di 34 anni detto «u’ montanar»: Antonio Guerra, 32 anni, detto <nerone»; Antonio Del Nobile,50 anni; Giuseppe Trimigno, 49 anni, detto  «u biond»; Ferrazza­no,29 anni”” «cavalletto» é già ai domiciliari per altra causa; e Capose­no, 46 detenuto in car­cere altra causa, domi­ciliari anche per Matteo Del­la Malva, viestano di 45 anni detto “U grill” ; il cerigno­lano Gerardo Curci 43 che era già ai domiciliari per altra vicenda. Al­tre tre garganici, tra cui an­che una giovane donna, sono invece indagati a piede libero. Gli interrogatori degli arre­stati inizieranno nelle pros­sime ore, precedenza a quelli rinchiusi nel carcere di Fog­gia, poi toccherà a quelli sot­toposti ai domeciliari che sa­ranno sentiti dal gip nel tri­bunale del capoluogo danno.

gazzetta di capitanata

 

 

———————————————————————————————————————–

Info Pubblicitaria/ Alla Garganica Funerali con servizi personalizzati
Funerali completi compreso spese cimiteriali + manifesti di ringraziamento + manifesti di trigesimo + 15 immaginette a scelta, tutto con la massima professionalità.
Alla Garganica vasta esposizione di cofani funebri

Nella nostra esposizione trovate diversi modelli di cofani funebri in legni pregiati, con rifiniture di eccellente qualità e dotate di numerosi accessori per la personalizzazione secondo le indicazioni del defunto e le preferenze di familiari ed amici. Preventivi gratuiti.

Alla Garganica Marmi in esclusiva anche vera e propria ARTE FUNERARIA.
Marmeria la GARGANICA e Onoranze Funebri dei fratelli Pecorelli
Assistenza telefonica h 24: per un preventivo che non ti costa nulla.

0884/ 701740 – 348/3978495

———————————————————————————————————————–