Si è parlato di rischi idrogeologici, di natura «violentata» e delle necessità di una maggiore opera di prevenzione nel convegno «Terre & territorio: inchieste. o prevenzione?», organizzato dagli Ordini dei geologi, degli avvocati e degli architetti pugliesi svoltosi nell’auditorium della scuola «Mauro del Giudice» di Rodi Garganico. Ad aprire i lavori un video dell ‘incendio di Peschici dell’estate 2007 (tre morti e migliaia di turisti e residenti evacuati); dell’alluvione del settembre 2014 che costò anche la vita ad un anziano, fino agli ultimi preoccupanti eventi dell’estate 2016 a «Lido del sole», la località balneare alle porte del paese. Un filmato che ha ricordato l’estrema fragilità del Gargano; un territorio violato da eventi catastrofici in cui l’uomo è stato spesso corresponsabile, con interventi che non hanno affatto rispettato l’ambiente; eventi che hanno avuto costi pesanti, e che non vanno rimossi dalla memoria collettiva per non dimenticare mai le persone che, in quelle tragiche circostanze, hanno perso la vita. «Il Gargano è un territorio che evidenzia un’estrema vulnerabilità, e non soltanto dal punto di vista idrogeologico» ha spiegato la geologa Giovanna Amedei, coordinatrice dell’iniziativa: «spesso dimentichiamo che il nostro Promontorio è anche una zona ad altissimo rischio sismico». I presidenti degli Ordini professionali (l’arch. Gaetano Centra, l’avv. Domenico Afferrante e il geologo Domenico Impagnatiello) hanno ribadito la necessità di una sinergia tra le diverse figure professionali per efficaci interventi di sistemazione idrogeologica, ma anche l’importanza della celerità dei lavori di ripristino da realizzarsi: sono poi seguite varie relazioni di carattere tecnico. Gianluca Ursitti, presidente della Camera Penale di Foggia, con una incisiva esposizione supportata da ampia casistica, ha spiegato come la legge, oggi più che in passato, difende il territorio con l’introduzione di reati prima impuniti come il reato ambientale. Ma tutto questo non può bastare perché, con il tempo, potrebbero scoprirsi criticità insospettate: basti pensare al largo utilizzo, consentito in passato, dell’amianto, oggi rivelatosi cancerogeno. Il presidente del consorzio di bonifica del Gargano, Giovanni Terrenzio, ha ricordato le iniziative dell’ente per la tutela e prevenzione dei rischi sul territorio parlando dei progetti in corso e degli appalti già espletati. L’architetto Gianfranco Merafina della Regione Puglia servendosi anche di slide ha fatto il punto sugli abusi edilizi sul Gargano in base agli ultimi dati aggiornati: nel 2014 sono stati 174 i casi denunciati, 159 nel 2015, e 147 fino al mese di settembre del 2016, rimarcando come «i dati del triennio 2014-2016 sono abbastanza confortanti per l’area garganica, perché di fatto evidenziano una diminuzione dell’abusivismo proprio nelle località interessate dall’alluvione del 2014, ad eccezione di una città, che detiene la “maglia nera”». Solo a Vieste nel 2016 si è registrato un aumento delle denunce. Ribadita nel corso dei lavori la necessità di «un maggiore controllo del territorio, grazie anche alla consapevolezza di alcuni privati che hanno provveduto spontaneamente a abbattere opere abusive, il che ha portato ad una modesta riduzione del fenomeno, anche se bisogna sicuramente fare di più». Barbara Valenzano (direttrice del dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio della Regione Puglia), ha ricordato che i fondi stanziati per eseguire i lavori di ripristino e messa in sicurezza idrogeologica non sono ancora stati spesi: a tre anni dall’alluvione del 2014, mancano ancora le progettazioni esecutive per poter dare corso agli stanziamenti, che ammontano a ben 212 milioni di euro. Se gli uffici tecnici comunali non accelerano i tempi di consegna degli elaborati richiesti, molti finanziamenti rischiano di tornare al mittente con ulteriori danni per eventuali altre tranche di finanziamento da parte della Unione Europea. Intervenuti ai lavori anche i consiglieri regionali Giannicola De Leonardis e Rosa Barone.
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